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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 30 novembre 2011

NEW BOOK


Richard Schickel, Martin  Scorsese, conversazioni su di me e tutto il resto


Richard Schickel, saggista e giornalista, dal 1972 cura una rubrica di critica cinematografica per la prestigiosa rivista Time.
Ha scritto diverse biografie di personaggi famosi del mondo dello spettacolo, tra cui quella ufficiale di Clint Eastwood (L’uomo dalla cravatta di cuoio).
Schickel ha da poco raccolto l’autobiografia di Martin Scorsese, con la quale ci guida attraverso la vita e le opere del grande regista italoamericano. Il libro è pubblicato in questi giorni dalla Bompiani con il titolo “Martin  Scorsese, conversazioni su di me e tutto il resto”.

“C' era un grande contrasto tra i film che vedevo e l' ambiente in cui vivevo. I miei venivano da un paese siciliano. E in Sicilia, lo sa, non ci si fida di nessuno, si cresce pieni di diffidenza. E, mi spiace dirlo, ma questo atteggiamento mi venne inculcato a forza. I miei genitori erano brava gente, lavoratori; non erano né mafiosi né criminali. Ma c' era questo atteggiamento verso il mondo. Se vedete Nuovomondo di Crialese, i miei nonni erano così. Negli anni Cinquanta era strano cercare di essere americano, di acquisire certi valori americani. Mi era impossibile rendere compatibile l' autorità di un Eisenhower, che giocava a golf tutto il giorno, con la mia esperienza. Venivo da un mondo dove tutto si riassumeva in un unico consiglio: "Fa' quello che vuoi ma sta' in campana". Quando stavo girando The Departed - Il bene e il male, ho scoperto che alla fine la storia parlava di queste stesse cose, di padri e figli. Stavo girando la scena con Jack (Nicholson, ndr) a tavola e Leonardo (DiCaprio, ndr) nel locale. Erano sette pagine di sceneggiatura, le avevamo girate la sera prima, ed era andato tutto bene. Maa un certo punto dicoa Leo: «C' è qualcosa, qui, non so esattamente cosa, che non è ancora uscita fuori bene». Sentivo che doveva essere il punto di svolta del film. Sapevo che dovevo stargli addossoe aiutarlo ad andare in certe direzioni. Così dico a Jack: «Jack, domani rifacciamo la stessa scena. Se ti viene in mente qualcosa per rendere nervoso Leonardo...». Il giorno dopo Jack arriva, si siede, aspetta che si sieda Leo, e la prima cosa che fa è annusare il bicchiere e dire: «Puzza di talpa». E poi tira fuori una pistola. Fu fantastico. La reazione di Leonardo è in tempo reale. Gli ho detto: «Devi convincerlo che tu non sei l' infame, anche se tu lo sei». Ero felice di come stava venendo la scena, e d' un tratto ho pensato: ma io questa scena l' ho già girata. Col senno di poi, mi accorgo che questo è il tema di tanti miei film, da Mean Streets e Toro scatenato in poi. Ci sono sempre padri e figli, e ognuno deve all' altro qualcosa. Ci sono la fiducia e il tradimento. Nel mondo in cui sono cresciuto io, il tradimento era la cosa peggiore che ti potesse capitare”.