Richard Schickel, Martin Scorsese, conversazioni su di me e tutto il resto
Richard Schickel, saggista e giornalista, dal 1972 cura una rubrica di critica cinematografica per la prestigiosa rivista Time.
Richard Schickel, saggista e giornalista, dal 1972 cura una rubrica di critica cinematografica per la prestigiosa rivista Time.
Ha scritto
diverse biografie di personaggi famosi del mondo dello spettacolo, tra cui
quella ufficiale di Clint Eastwood (L’uomo
dalla cravatta di cuoio).
Schickel
ha da poco raccolto l’autobiografia di Martin Scorsese, con la quale ci guida
attraverso la vita e le opere del grande regista italoamericano. Il libro è
pubblicato in questi giorni dalla Bompiani con il titolo “Martin Scorsese, conversazioni su di me e tutto il
resto”.
“C'
era un grande contrasto tra i film che vedevo e l' ambiente in cui vivevo. I
miei venivano da un paese siciliano. E in Sicilia, lo sa, non ci si fida di
nessuno, si cresce pieni di diffidenza. E, mi spiace dirlo, ma questo
atteggiamento mi venne inculcato a forza. I miei genitori erano brava gente,
lavoratori; non erano né mafiosi né criminali. Ma c' era questo atteggiamento
verso il mondo. Se vedete Nuovomondo di Crialese, i miei nonni erano così.
Negli anni Cinquanta era strano cercare di essere americano, di acquisire certi
valori americani. Mi era impossibile rendere compatibile l' autorità di un
Eisenhower, che giocava a golf tutto il giorno, con la mia esperienza. Venivo
da un mondo dove tutto si riassumeva in un unico consiglio: "Fa' quello che
vuoi ma sta' in campana". Quando stavo girando The Departed - Il bene e il
male, ho scoperto che alla fine la storia parlava di queste stesse cose, di
padri e figli. Stavo girando la scena con Jack (Nicholson, ndr) a tavola e
Leonardo (DiCaprio, ndr) nel locale. Erano sette pagine di sceneggiatura, le
avevamo girate la sera prima, ed era andato tutto bene. Maa un certo punto
dicoa Leo: «C' è qualcosa, qui, non so esattamente cosa, che non è ancora
uscita fuori bene». Sentivo che doveva essere il punto di svolta del film.
Sapevo che dovevo stargli addossoe aiutarlo ad andare in certe direzioni. Così
dico a Jack: «Jack, domani rifacciamo la stessa scena. Se ti viene in mente
qualcosa per rendere nervoso Leonardo...». Il giorno dopo Jack arriva, si
siede, aspetta che si sieda Leo, e la prima cosa che fa è annusare il bicchiere
e dire: «Puzza di talpa». E poi tira fuori una pistola. Fu fantastico. La
reazione di Leonardo è in tempo reale. Gli ho detto: «Devi convincerlo che tu
non sei l' infame, anche se tu lo sei». Ero felice di come stava venendo la
scena, e d' un tratto ho pensato: ma io questa scena l' ho già girata. Col
senno di poi, mi accorgo che questo è il tema di tanti miei film, da Mean
Streets e Toro scatenato in poi. Ci sono sempre padri e figli, e ognuno deve
all' altro qualcosa. Ci sono la fiducia e il tradimento. Nel mondo in cui sono
cresciuto io, il tradimento era la cosa peggiore che ti potesse capitare”.