Tanto più avvertiamo il peso della religione contemporanea, tanto meno ci pare di saperne e di capirne. Non conosciamo e non capiamo la religione altrui, quella che più o meno visibile ci abita ormai accanto o che, remota, ci visita dallo schermo dei supporti digitali; ma non conosciamo e non capiamo neppure la nostra religione, quella che abbiamo dimenticato o non riconosciamo più. Ci sommergono informazioni e concetti, immagini e emozioni. Troppo materiale, troppo disparato, troppo nuovo, troppo complesso per riuscire a capire e sapere. Oppure c'è il vuoto. Una tabula rasa in cui non distinguiamo e riconosciamo alcunché. Per mettere ordine, per riempire il nulla, per articolare un significato, ci vorrebbe l'alfabeto giusto. Però non lo abbiamo. Siamo affetti da analfabetismo religioso: non conosciamo e non capiamo la religione, tanto la nostra quanto quella altrui. Ognuno di noi vive a suo modo questa condizione, ma la questione supera di gran lunga l'esistenza individuale: è collettiva, sociale. […] Siamo ben oltre la storica polemica protestante sull'ignoranza dei cattolici. II problema è più vasto e profondo. La sua chiave è in due fenomeni II primo è la secolarizzazione: è diminuita la pratica religiosa, si è ristretto lo spazio del sacro, la fede, e la cultura di cui la fede è espressione, non vengono più trasmesse in famiglia. La religione non è morta, però. Ha resistito, spesso sotterranea; s'è reinventata. Al posto di ciò che si sapeva un tempo c'è il vuoto di ciò che non sappiamo più, di ciò che non sappiamo ancora. Interviene qui il secondo fenomeno, la multi-religiosità. Mentre la religione tradizionale scompariva, si nascondeva osi reinventava, arrivavano nuove religioni nelle persone o sullo schermo. All'ignoranza sulla religione della tradizione si aggiungeva quella sulla religione altrui. Hanno condiviso lo stesso destino — e ora condividono la stessa ignoranza — quanti di noi erano qui da generazioni e quanti stavano arrivando. Abbiamo perso la conoscenza dei nonni perché l'abbiamo lasciata nei Paesi d'origine o nell'Italia cattolica che non c'è più. Ci tocca ora affrontare tutti una inedita multi-religiosità. Ecco il nostro analfabetismo. Non conosciamo più quello che conoscevamo della vecchia religione, quanto meno quello che conoscevamo frequentandola; non conosciamo ancora quella nuova e cioè la vecchia che si reinventa o l'attrai con cui impariamo a coabitare.
Marco Ventura, Corriere della Sera (1/9/2024)
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