Jannik, le prime sensazioni dopo questo trionfo?
“Di sicuro ci vuole un po' di tempo per elaborare tutto. Sono estremamente contento di come ho gestito le cose oggi. La situazione in campo era molto, molto difficile. Penso che la parte più importante sia stato il supporto che ho avuto in queste due settimane. Sentivo che molte, molte persone guardavano anche da casa in tv, quindi ho solo fatto del mio meglio”.
Primo italiano a vincere in Australia. Quanto significa rappresentare l'Italia?
“Significa molto. Forse la cosa più importante. Perché il supporto che ricevo dagli italiani, ormai da anni, è incredibile. Essere in grado di renderli felici oggi, perché sento che spingono anche me, che posso credere in me stesso e poi avere così tanto supporto, è fantastico”.
A che punto ora è la carriera?
“Non so dirlo. Il mio viaggio è stato abbastanza veloce. Ho vinto il Challenger quando avevo circa 17 anni, poi ho vinto il NextGen, poi è arrivato il primo torneo Atp. Quindi vivi questo tipo di movimento e poi cerchi di continuare a migliorare. Non ti rendi nemmeno conto di quanto velocemente stiano andando le cose. Seduto qui con questo trofeo ora, guardandolo, è per me che devo ancora rendermene conto, no, perché è uno dei più grandi trofei che abbiamo nel nostro sport. Quindi sono davvero felice di poterlo condividere con il mio team oggi”.
Infine la dedica ai tuoi genitori.
“Non li vedo così spesso, purtroppo, ma quando li vedo è sempre un bel momento (sorride). Sono andato via di casa quando avevo 14 anni. Quindi son dovuto crescere abbastanza in fretta, cercando di cucinare per me stesso, fare il bucato. Sai, le prime volte è diverso, ma poi dall'altro lato, quello è stato forse il modo più veloce per crescere. Penso che per me sia stata dura, ma anche per i genitori lasciare il loro figlio di 14 anni, non è facile. Mi hanno sempre dato, non mi hanno mai messo pressione, che per me è forse la chiave per cui sono qui oggi. Sono uno molto rilassato, a cui piace giocare a tennis. Sono i genitori perfetti. Ovviamente conosco solo loro…. ahahaha: ma sono fantastici. E anche mio fratello, naturalmente”.
Janik Sinner, intervista di Paolo Rossi (la Repubblica - 28/1/2024)