nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 31 dicembre 2022

Playlist Dicembre 2022

  1. Brennan Savage, Catastrophe  (Catastrophe – 2018) – Casamicciola
  2. The Avett Brothers, Tear Down The House – (The Second Gleam – 2008) – Demolizioni
  3. Zucchero, Overdose (d’amore) – (Oro, Incenso e birra – 1989) – Entusiasmarsi
  4. Mavis Staples, Last Train – (You Are Not Alone – 2010) – Trappola demografica
  5. Peter Cincotti, Up On The Roof – (On the Moon – 2004) – Per maggiore sicurezza
  6. Albert Cummings, Red Rooster – (Believe – 2019) – Mazzette qatarine
  7. Francesco Bianconi, Io sono – (Accade – 2022) – Dieci per cento
  8. Ligabue, La vita facile – (Made in Italy – 2016) – The italian Job
  9. Queen, Don’t Stop Me Now – (Jazz – 1978) – Cattedra
  10. Take That, Patience – (Beautiful World – 2006) – Tempo e pazienza
  11. Joan Beaz, Where Have All the Flowers Gone?(Joan Beaz in Italy – 1967) – Il pianto del bambino
  12. Kate Bush, Army Dreamers – (Never for Ever – 1980) – Conti assurdi
  13. Paolo Simoni ft. Roberto Vecchioni, L’anima vuole – (Anima – 2021) – L’anima vuole


venerdì 30 dicembre 2022

L'anima vuole

L'anima vuole

Magari facciamo finta che sia tutto un gioco
Che dentro a questo gioco non perde mai nessuno
Che il gioco finisce quando arrivano tutti
Chi prima con i propri tempi
E chi con le sue soste, poco dopo

E se stiamo sognando, almeno avremo sognato bene
Senza farci del male, senza sputi e pugnali
Senza vendette piantate a freddo
Sulle nostre povere schiene

Così come la rosa saremo bellezza senza parlare
E gli uomini come le stelle, ognuno al loro posto senza litigare

Senza sapere davvero quanto, davvero come
Ma sicuri che è così che l’anima, l’anima vuole!

Paolo Simoni, L'anima vuole

Canzone del giorno: L'anima vuole (2021) - Paolo Simoni feat. Roberto Vecchioni
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martedì 27 dicembre 2022

Costi assurdi

Dieci mesi di guerra (o di Operazione speciale) in Ucraina hanno dilapidato risorse immani. La Russia ha già sperperato più di 82 miliardi di dollari, bruciando un quarto del suo bilancio federale. Almeno 29 miliardi sono andati in fumo per armare il corpo di spedizione e altri sedici sono evaporati per stipendiarlo. L’Istituto per gli studi sulla guerra stima che ogni singolo battaglione al fronte costi al Cremlino più di 1,2 miliardi al mese. Oggi a combattere in Ucraina ce ne sono più di 180. Altri soldi sono serviti a risarcire i familiari dei soldati morti (9 miliardi) o feriti (7,7 miliardi). Le armi distrutte fanno salire il conto con altri 21 miliardi a quota 50. Una fattura pesantissima e un futuro che già traballa. Gli equipaggiamenti russi non hanno brillato. Attrarranno meno. Venderli era per Mosca un volano economico, cresciuto dai 3,7 miliardi del 2001 ai 18 dell’anno scorso. Le sanzioni e la mancanza di ricambi, assorbiti dai mezzi al fronte, hanno fatto perdere contratti milionari con l’India e l’Indonesia. Ma è dura anche per l’Occidente. Ne dettaglia uno studio di Analisi Difesa, firmato da Gianandrea Gaiani. Ai Paesi della Nato, le armi fornite a Kiev sono costate più di 40 miliardi. Le scorte stanno fondendo come neve al sole. Perfino l’esercito più potente del mondo è in affanno: il solo Pentagono ha fornito 20 miliardi di equipaggiamenti pregiati. È stato il pozzo senza fondo dei militari ucraini, seguito subito dopo da britannici e tedeschi. Il Kiel Institute colloca la Germania al secondo posto, con più di 2,3 miliardi di aiuti, ma il governo è più prudente e parla di «soli» 1,9 miliardi. Meno di quanto fatto però realmente da Londra (più di 2,3 miliardi di sterline), che ha promesso aiuti ancora maggiori nel 2023. Downing Street sembra smentire in un colpo solo i bollettini dell’intelligence. Si è messa nell’ordine di idee che la guerra durerà a lungo e, in barba alla recessione galoppante, continuerà a foraggiare Kiev, costi quel che costi. Lo stesso farà la Polonia, che si è dissanguata. È il fornitore numero uno di tank, artiglierie e armi pesanti finite in mano a Kiev (1,7 miliardi). E l’Italia? Per l’osservatorio Milex, ci batte solo il Canada (un miliardo): noi abbiamo speso finora mezzo miliardo. Ma ci apprestiamo a girare a Kiev un antimissile pregiato (Samp-t), che costa un occhio della testa: in un batter d’occhio, se ne andranno altri 500 milioni e ci sarà da provvedere anche ai missili intercettori. Ognuno costerà all’erario 2 milioni, quasi quanto si permettono gli americani con i Patriot. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: l’anno prossimo dovremo iniettare nel bilancio militare altri 800 milioni. In pratica aiutiamo l’Ucraina quanto fanno i francesi, che hanno dotazioni superiori e girano al loro esercito molte più risorse. Per avere un ordine di idee, il bilancio militare di Parigi crescerà di tre miliardi solo l’anno prossimo. Uno spreco infinito di quattrini. L’ospedale da 192 letti di Nantes costa appena 1,2 miliardi ed è molto più utile. La guerra sta provando tutti. Per i baltici lo sforzo è enorme. Messi insieme hanno regalato a Kiev più di 800 milioni di armi, quasi quanto la Danimarca (820 milioni), pronta a sborsare altri 42 milioni. Come se non bastasse, si è sbottonata perfino l’Unione Europea, che ha girato a Kiev aiuti letali per 3,2 miliardi. I soldi vengono dal “fondo per la pace”, una contraddizione in termini. È saltato un autentico tabù: mai, nella sua storia pluridecennale, l’Europa aveva osato fornire armi a un Paese terzo. Ed è solo un’altra tragedia di questa da guerra.

Francesco Palmes, Avvenire (26/12/2022)

Canzone del giorno: Army Dreamers (1980) - Kate Bush
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domenica 25 dicembre 2022

Il pianto del bambino

Natale. Guardo il presepe scolpito,

dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

Salvatore Quasimodo (1901 – 1968), Natale (1952)


Canzone del giorno: Where Have All the Flowers Gone? (1967) - Joan Beaz
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venerdì 23 dicembre 2022

Tempo e pazienza


Ogni potere umano è composto di tempo e di pazienza.

Honoré de Balzac (1799 – 1859), Eugènie Grandet - 1833


Canzone del giorno: Patience (2006) - Take That
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mercoledì 21 dicembre 2022

Cattedra

Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse.
E il mondo appare diverso da quassù.
Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi.
Coraggio!
È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare.
Ecco, quando leggete, non considerate soltanto l’autore. Considerate quello che voi pensate. Figlioli, dovete combattere per trovare la vostra voce. Più tardi cominciate a farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto. Thoreau dice “molti uomini hanno vita di quieta disperazione”, non vi rassegnate a questo. Ribellatevi! Non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno! Ecco, così! Osate cambiare. Cercate nuove strade. 

 

 Robin Williams, L'attimo fuggente (1989) - Regia di Peter Weir

 

Canzone del giorno: Don't Stop Me Now (1978) - Queen
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domenica 18 dicembre 2022

The italian job

"The italian job", dicono irridendoci, come il remake di quel film degli anni Sessanta, "Un colpo all'italiana": una rapina perfetta, fantasiosa e persino, nella cartografia criminale, elegante. Solo che di elegante qui c'è davvero poco: la foto delle mazzette (uno dice sempre mazzette, poi le vede, impilate con le fascette a chiudere, allineate sul tavolo nella foto-icona del Qatargate. Le immagina in una valigia che il padre o l'assistente di uno dei destinatari del denaro cerca di portar fuori dal Paese con il primo volo, preso in flagranza di reato: mazzette, ecco come sono) e dice soldi: dai, c'è poco da filosofare. Qualcuno paga, qualcuno accetta. L'Europa non esiste. L'europarlamento non esiste. I parlamenti nazionali non esistono. Esistono le persone. Nessuna istituzione ha valore in sé: hanno valore, se lo hanno, le persone che le rappresentano. Gli ospedali non esistono, le scuole, i giornali non esistono: esistono i medici, i leader, i deputati, i maestri, i direttori e i giornalisti: gli individui. Per questo è così importante sceglierli, avere consapevolezza del voto che si esercita, della selezione che si fa. Che i concorsi non siano truccati, che le persone che devono votare a scegliere chi mandare a lavorare per loro siano consapevoli, istruite, sufficientemente colte da farlo con cognizione di causa. «Istruitevi, abbiamo bisogno della vostra intelligenza», diceva Gramsci parlando alle classi popolari. […] Ma che la sinistra sia da tempo, da molto tempo, un comitato di gruppi e di correnti dedito in primo luogo al mantenimento della sua porzione di distribuzione del potere, pazienza se in un ambito sempre più ristretto, è noto ed è la ragione della sua rovina. Non cambia, la storia: nel presente, nel futuro promesso, non sembra cambiare. I capibastone governano i giochi. […] "The italian job". Un po' di vergogna a prescindere si sente, perché qualcosa si pre-sente e si ricorda di quel sistema tollerato e condiviso del metodo "abbiamo una banca", siamo noi a comandare, se non siamo più al governo facciamo consulenza, allora, vendiamo i nostri contatti, la nostra agenda la reputazione, mettiamoci nel commercio delle facilitazioni, delle influenze, degli affari: che problema c'è. Non è reato. Sì, ma è un delitto. La vittima, le vittime, siamo noi: quelli che credono ancora strenuamente, forse insensatamente nel valore della democrazia come moltiplicatore del bene comune. Non del bene di uno, di qualcuno che abbiamo eletto a rappresentarci e che poi finisce a fare lobby per vendere armi gas, vendere impresa a chi paga. Del bene di tutti, invece. Che ingenuità. Che delusione. Che voglia di astenersi, di andarsene. E difatti: l'astensione, primo partito. Non lamentatevi, se la destra governa. E anche per questo. È, direi, soprattutto per questo. L'alternativa sta dentro questo sistema di distribuzione del potere, di potenziali lusinghe e di prebende. C'è stato finora, con evidenza. E purtroppo non bastano frontman or woman di rinnovato aspetto, a cambiare la percezione delle cose. Servirebbe che uscissero di scena i manovratori, tuttora loro, ma non escono.

Concita De Gregorio, La Stampa (15/12/2022)

Canzone del giorno: La vita facile (2016) - Ligabue
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venerdì 16 dicembre 2022

Dieci per cento


La vita è per il 10% ciò che ti accade e per il 90% come reagisci.

Charles Rozell Swindoll 



Canzone del giorno: Io sono (2022) - Francesco Bianconi
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martedì 13 dicembre 2022

Mazzette qatarine

In questa storiaccia, che annuncia uno scandalo gigantesco, di corruzione gozzovigliante - soldi nei borsoni che evocano la mazzetta gettata da Mario Chiesa nel water, padri in fuga col malloppo, mogli e figlie che prenotano vacanze faraoniche - peggio del denaro c'è solo la reazione balbettante della sinistra. Ed è proprio questa reazione, che col garantismo non c'entra nulla, a configurare il caso come un elemento di strutturale collasso politico e morale. Non il mariuolo o la classica mela marcia in un corpo sano. Soumahoro e Panzeri, mutatis mutandis, ognuno con le sue signore, sono due volti dello stesso cinico modello: la disinvoltura, propria o familiare, agita dietro e grazie all'immagine pubblica di difesa dei diritti umani. Circostanza tale da rendere ancora più intollerabili quei comportamenti. A meno che il cronista non sia così limitato da non comprendere che non di cedimento morale si tratta, ma di diabolica e raffinata strategia posta in essere da chi, impegnato a criticare il capitalismo, quando si discute il Manifesto dei valori, adesso tace, da Articolo 1 al Pd: chissà, magari sembra corruzione ma è un modo per dissanguare i ricchi della terra, versione aggiornata al terzo millennio dell'esproprio proletario di cui Bruxelles è l'avamposto più avanzato. Scherzi a parte, in questo assurdo dei principi, c'è chi arriva a consumare il reato senza neanche l'alibi ipocrita del "rubare per il partito", ma l'assenza di una messa a tema della questione morale, da parte dei vertici della sinistra, rivela un meccanismo omertoso generalizzato. Le cui radici sono nel fatto che "può capitare" a tutti, di ritrovarsi tra colleghi o famiglie altri Soumahoro o Panzeri, in un partito schiacciato sul governismo affaristico o dove il tesseramento è affidato ai capibastone. E dunque, in un clima di appartenenza allo stesso consorzio politico-morale, nessuno ha la forza di difendere i valori, parola ridotta solo a chiacchiera nell'ammuina congressuale sui Manifesti. Accadde lo stesso con Nicola Oddati, responsabile delle Agorà di Enrico Letta, beccato a gennaio a Termini con 14mila euro in tasca, controllo non casuale perché da tempo la procura stava indagando per un presunto giro di favori con imprenditori: si dimise e finì lì. Come finì con la relazione Barca lo sforzo di rinnovamento del marcio partito romano, dopo Mafia Capitale. In questo quadro si spiega la reazione della destra, tutto sommato misurata. Da un lato, da questa vicenda incassa il terreno ideale per una campagna contro le Ong; dall'altra preferisce (a sinistra) un gruppo dirigente condizionabile a una "piazza pulita" da cui nasca qualcosa di nuovo e insidioso. E non a caso il governo incontra D'Alema, gran consigliere di Conte e della sinistra Pd, nei panni di consulente di un gruppo di investitori qatarini pronti a competere per rilevare la raffineria di Lukoil a Priolo. La destra sa che questi dirigenti sono la sua polizza a vita.

Alessandro De Angelis, La Stampa (12/12/2022) 


Canzone del giorno: Red Rooster (2019) - Albert Cummings
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domenica 11 dicembre 2022

Per maggiore sicurezza

Per maggiore sicurezza

 

Venite a vedere la mia poesia

non è fatta di materiale leggero

sopporterà perfettamente l'inverno

e d'estate rinfrescherà

le menti e i corpi.

Ci sono robuste travi tra ogni verso

assi a puntellare le mie parole

E se la pioggia vuole entrare

metterò i miei sogni sul tetto

e tapperò le falle

con il mio dolore.


Mario Meléndez, da Vuelo subterraneo (2002)


Canzone del giorno: Up On The Roof (2004) - Peter Cincotti
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venerdì 9 dicembre 2022

Trappola demografica

Se le nascite in Italia proseguissero il percorso di diminuzione al ritmo del decennio scorso, a cui si è poi aggiunta la pandemia, ci troveremmo a entrare nella seconda metà del secolo con reparti di maternità del tutto vuoti. Lo scenario di zero nati nel 2050 difficilmente verrà osservato - le dinamiche reali sono più complesse di una semplice estrapolazione - i dati però ci dicono che il rischio di un processo di declino continuo della natalità ha superato il livello di guardia. È bene essere consapevoli che le nascite in Italia non sono solo a livello basso, ma anche posizionate su una scala mobile che le trascina in giù. Questa scala mobile consiste nella struttura per età della nostra popolazione, la quale, per conseguenza della denatalità passata, è in progressivo sbilanciamento a sfavore delle generazioni giovani-adulte (la fonte di vitalità di un Paese). Più il tempo passa, più diventa difficile (e se continua così tra pochi anni anche impossibile) invertire la curva negativa delle nascite. La questione non è più se riusciremo a evitare il declino della popolazione, oramai gli squilibri strutturali interni (nel rapporto tra generazioni più anziane e quelle più giovani, a sfavore di queste ultime) sono tali che anche nel caso di portare il numero medio di figli per donna ai livelli degli altri Paesi europei, a parità di flussi migratori, avremmo comunque un numero di abitanti in maggior riduzione. Si tratta quindi di capire, nei margini di manovra che ci sono rimasti, se riusciremo a evitare che le nascite entrino negli ingranaggi di una trappola demografica che le condanna a una irreversibile diminuzione. Questo scenario è quello più disastroso, perché oltre a diminuire la popolazione (con corrispondenti crescenti difficoltà a garantire servizi e condizioni di benessere minimo nelle aree interne e montane, già oggi in fase di spopolamento), ci troveremmo in tutto il Paese non solo con sempre più anziani, ma anche sempre meno persone che entrano nella fase della vita in cui si contribuisce alla crescita economica e a rendere sostenibile la spesa pubblica. Un circuito vizioso di questo tipo verrebbe ulteriormente accentuato dal fatto che i pochi giovani decideranno sempre più di prendere in considerazione la scelta di sottrarsi alla stringente tenaglia di indebitamento pubblico e invecchiamento demografico spostandosi in altri Paesi. Allo stesso tempo diventerà sempre più difficile attrarre immigrazione di qualità dall'estero. […]Nel mondo contemporaneo avere figli non è sentito come un obbligo e non è dato per scontato averli anche quando li si desidera. È una scelta libera che ha bisogno di condizioni adatte per poter essere realizzata positivamente. Non è una scelta solitaria: serve attorno una comunità che ne riconosca il valore, mettendo in campo politiche solide ed efficaci, all'interno di un clima sociale positivo. Non è una scelta indipendente dalle altre: ha bisogno di inserirsi in un processo di realizzazione personale e di benessere molto più articolato che in passato. Questo comporta prima di tutto la necessità di poter essere integrata con altre scelte. Autonomia dalla famiglia di origine e realizzazione di una propria sono strettamente dipendenti dalle politiche abitative e dalle politiche attive del lavoro peri giovani. La scelta di avere figli e quella di lavorare, non rinunciando alla propria realizzazione professionale, devono diventare leva positiva reciproca una dell'altra. Indispensabili sono, su questo versante, misure sia di conciliazione che di condivisione tra madri e padri. […]…la natalità aumenta se si rafforza anche la consistenza della popolazione in età riproduttiva, contributo che può arrivare dall'immigrazione. Ma solo un'immigrazione che trova condizioni per essere bene integrata nel sistema sociale e nei processi di sviluppo del Paese contribuisce alla vitalità demografica, in caso contrario si adatta presto al ribasso ai comportamenti riproduttivi autoctoni.  Questo significa che per rispondere alle trasformazioni demografiche e alle esigenze di sviluppo del Paese la quota che davvero conta è quella di arrivare a 5oomila nascite entro i prossimi dieci anni. Perché non solo ci aiuta a non condannarci a una trappola demografica che genera squilibri irreversibili, ma anche perché può essere ottenuta solo combinando politiche familiari con condizioni che portano al rialzo anche occupazione giovanile, partecipazione femminile al mercato del lavoro, immigrazione di qualità. Per arrivare a tale obiettivo serve tutto un Paese che si muove nella stessa direzione.

Alessandro Rosina, Il Sole 24 Ore (7/12/2022)

Canzone del giorno: Last Train (2010) - Mavis Staples
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mercoledì 7 dicembre 2022

Entusiasmarsi


Se non c'è entusiasmo non si riesce a far niente. Se c'è troppo entusiasmo si corre il rischio di diventare fanatici.

Bertrand Russell (1872 - 1970) - Speaks His Mind, 1960


Canzone del giorno: Overdose (d'amore) (1989) - Zucchero
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domenica 4 dicembre 2022

Demolizioni

«Diciamo la verità: concedere troppa autonomia ai sindaci su certi temi è un errore. Te lo dico io che sono sindaco, sono leghista, sono autonomista. Ci vuole un'autorità, su temi delicati come l'ambiente, che stia sopra di noi. E che non possa essere ricattabile. Perché anche in un paese come il mio, dove un tempo eravamo poverissimi e oggi non lo siamo più, se viene un'impresa a proporre un altro ammasso di capannoni nella nostra campagna promettendo d'assumere duecento persone faccio fatica a dire no». Saranno passati una ventina d'anni ma quel monito di Bepi Covre, un leghista della prima ora che dopo essere stato eletto sindaco a Oderzo salì su su fino a diventare deputato mantenendo intatta la sua carica d'entusiasmo nonostante mille delusioni culminate con l'espulsione dal partito prima di morire, un paio d'anni fa, è rimasto ficcato nei ricordi di chi l'ha conosciuto. Perché certo, l'Italia è piena di sindaci, di partiti diversi, che quotidianamente si spendono, talora fino all'eroismo, per fare il loro dovere dalla parte dei cittadini. E va loro reso onore. Le rivolte in questi giorni di troppi primi cittadini contro gli scienziati, i magistrati, i difensori del patrimonio ambientale e culturale italiano che denunciano le catastrofi causate «anche» dall'abusivismo e dal disordine urbanistico tollerato da troppe gestioni pubbliche clientelari, riportano alla memoria chi si rese conto del problema e lo denunciò. «Non ho avuto la fortuna di conoscerlo ma credo che quel sindaco veneto cogliesse nel segno», concorda il presidente onorario di Italia Nostra Campania Aldo de Chiara, magistrato a lungo impegnato contro l'abusivismo: «Certe scelte difficili vanno prese a un livello più alto perché è vero che i sindaci sono i più vicini ai cittadini e conoscono meglio i problemi dei compaesani. Specialmente in realtà piccole però, soprattutto in mondi chiusi come le isole, il sindaco e l'abusivo finiscono per andare dallo stesso panettiere e bere il caffè nello stesso bar. Non possiamo pretendere che quel sindaco mandi lui le ruspe a buttar giù la casa di quell'abusivo. Lo dico da anni: l'applicazione delle sentenze d'abbattimento va tolta ai sindaci e affidata ad altri. Agenzie apposite che possono servirsi del Genio civile a spese dello Stato. E magari gli stessi sindaci potranno spiegare meglio ai concittadini che le leggi vanno rispettate».

Gian Antonio Stella, Corriere della Sera (30/11/2022)


Canzone del giorno: Tear Down The House (2008) - The Avett Brothers
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venerdì 2 dicembre 2022

Casamicciola

 

Pillinini, da google.it


















Canzone del giorno: Catastrophe (2018) - Brennan Savage
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giovedì 1 dicembre 2022

Playlist Novembre 2022

 

  1. John Lee Hooker, Sittin’in My Dark Room  (Endless Boogie – 1971) – Lavoro ministeriale
  2. Kandace Springs ft. Terence Blanchard, Soul Eyes – (Soul Eyes – 2016) – Affascinante
  3. Marco Mengoni, Caro amore lontanissimo – (Materia (Pelle) – 2022) – Il Colibrì
  4. Nirvana, Lounge Act  (Nevermind – 1991) – La postura smarrita
  5. Anita O’Day, Remember  (Trav’lin Light – 1961) – La gabbia dei ricordi
  6. Chaterine Russell, Just Because You Can  (Inside This Heart of Mine – 2010) – Er merito
  7. John McLaughlin, As The Spirit Sings  (Liberation Time – 2021) – La stranezza
  8. ZZ Top, My Mind Is Gone  (Rhythmeen – 1996) – Insonnia
  9. Sam Cooke, A Change Is Gonna Come  (Ain’t That Good News – 1964) – World Cup Qatar
  10. Carapezza, Vengo dalla luna  (Verità supposte – 2003) – Camice nero
  11. Iron Maiden, Infinite Dreams  (Seventh Son of a Seventh Son – 1988) – Rivolta iraniana
  12. Alice, Orientamento  (Samsara – 2012) – Impresso
  13. Kiss, Naked City  (Unmasked – 1980) – Al buio e senz’acqua