"The italian job", dicono irridendoci, come il remake di quel film degli anni Sessanta, "Un colpo all'italiana": una rapina perfetta, fantasiosa e persino, nella cartografia criminale, elegante. Solo che di elegante qui c'è davvero poco: la foto delle mazzette (uno dice sempre mazzette, poi le vede, impilate con le fascette a chiudere, allineate sul tavolo nella foto-icona del Qatargate. Le immagina in una valigia che il padre o l'assistente di uno dei destinatari del denaro cerca di portar fuori dal Paese con il primo volo, preso in flagranza di reato: mazzette, ecco come sono) e dice soldi: dai, c'è poco da filosofare. Qualcuno paga, qualcuno accetta. L'Europa non esiste. L'europarlamento non esiste. I parlamenti nazionali non esistono. Esistono le persone. Nessuna istituzione ha valore in sé: hanno valore, se lo hanno, le persone che le rappresentano. Gli ospedali non esistono, le scuole, i giornali non esistono: esistono i medici, i leader, i deputati, i maestri, i direttori e i giornalisti: gli individui. Per questo è così importante sceglierli, avere consapevolezza del voto che si esercita, della selezione che si fa. Che i concorsi non siano truccati, che le persone che devono votare a scegliere chi mandare a lavorare per loro siano consapevoli, istruite, sufficientemente colte da farlo con cognizione di causa. «Istruitevi, abbiamo bisogno della vostra intelligenza», diceva Gramsci parlando alle classi popolari. […] Ma che la sinistra sia da tempo, da molto tempo, un comitato di gruppi e di correnti dedito in primo luogo al mantenimento della sua porzione di distribuzione del potere, pazienza se in un ambito sempre più ristretto, è noto ed è la ragione della sua rovina. Non cambia, la storia: nel presente, nel futuro promesso, non sembra cambiare. I capibastone governano i giochi. […] "The italian job". Un po' di vergogna a prescindere si sente, perché qualcosa si pre-sente e si ricorda di quel sistema tollerato e condiviso del metodo "abbiamo una banca", siamo noi a comandare, se non siamo più al governo facciamo consulenza, allora, vendiamo i nostri contatti, la nostra agenda la reputazione, mettiamoci nel commercio delle facilitazioni, delle influenze, degli affari: che problema c'è. Non è reato. Sì, ma è un delitto. La vittima, le vittime, siamo noi: quelli che credono ancora strenuamente, forse insensatamente nel valore della democrazia come moltiplicatore del bene comune. Non del bene di uno, di qualcuno che abbiamo eletto a rappresentarci e che poi finisce a fare lobby per vendere armi gas, vendere impresa a chi paga. Del bene di tutti, invece. Che ingenuità. Che delusione. Che voglia di astenersi, di andarsene. E difatti: l'astensione, primo partito. Non lamentatevi, se la destra governa. E anche per questo. È, direi, soprattutto per questo. L'alternativa sta dentro questo sistema di distribuzione del potere, di potenziali lusinghe e di prebende. C'è stato finora, con evidenza. E purtroppo non bastano frontman or woman di rinnovato aspetto, a cambiare la percezione delle cose. Servirebbe che uscissero di scena i manovratori, tuttora loro, ma non escono.
Concita De Gregorio, La Stampa (15/12/2022)
Canzone del giorno: La vita facile (2016) - Ligabue
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