Prima di tutto bisogna ribadire l’ovvio: i governi tecnici non esistono, i governi sono tutti politici. L’alternativa «governo tecnico/governo politico» di cui si discute in questi giorni dovrebbe essere diversamente formulata: la scelta è fra governi con un orizzonte temporale relativamente ampio e governi con un orizzonte più ristretto. In una situazione come quella italiana il cosiddetto «governo dei tecnici» non è altro che un governo capace di agire in funzione di obiettivi di medio-lungo termine. [...] Mario Draghi è l’uomo che rassicura l’Europa e il mondo su di noi. Come ha mostrato il favore che gli hanno riservato i mercati. Sappiamo che il governo Draghi, se si formerà, sarà in grado di elaborare un piano più che serio e convincente sull’uso che l’Italia intende fare dei fondi europei in arrivo, tale da rassicurare i nostri partner. Ma sarà anche in grado di dare vita a un esecutivo dotato della autonomia necessaria (dai partiti che lo sosterranno) per non farsi schiacciare, nel corso della sua navigazione, sul presente, per operare in funzione di obiettivi di medio termine? [...] L’assenza dei meccanismi di cui parlo favorisce la tendenza della classe politica a gestire il consenso qui e ora senza nessun incentivo a preoccuparsi del domani. Naturalmente non bisogna fare del moralismo: la ricerca del consenso è, per chiunque faccia politica, una necessità. Ma il punto è se ci sia o no un qualche equilibrio fra tale ricerca e il perseguimento di vantaggi di medio termine per il Paese. Un tempo esistevano i partiti, forti e con forte radicamento sociale. Talvolta nel male ma spesso nel bene selezionavano la classe dirigente. [...] Il risultato è che non disponiamo di alcun meccanismo che favorendo la durata e la stabilità dei governi spinga chi ne fa parte a porsi obiettivi di medio termine. A un ministro, per lo più, non conviene, dato che la sua aspettativa è di restare in carica solo per pochi mesi. Non è forse possibile che la mancanza di incentivi, politici e istituzionali, che obblighino i governanti a contemperare vantaggi di breve e di medio termine, abbia qualcosa a che fare anche con quell’impoverimento culturale di cui si è detto sopra? Bastano semplici mestieranti, non occorrono politici di qualità, se non è possibile dare all’azione di governo un respiro sufficientemente ampio. Poiché però un Paese incapace di guardare al di là del proprio naso finisce prima o poi per sbattere contro ostacoli di ogni genere rischiando di rompersi le ossa, ecco che, periodicamente, occorre affidarsi a qualcuno che possa rimediare alla mancanza di lungimiranza, all’incapacità di agire in funzione del futuro, di chi ha governato solo fino a pochi giorni prima. Torniamo alla finta alternativa fra governo tecnico e governo politico. La domanda è: Draghi riuscirà a dare vita a un esecutivo sufficientemente autonomo dai partiti che pure dovranno sostenerlo? Sarà una storia di successo solo se egli e i futuri ministri sapranno resistere alle pressioni dei tanti che agiscono come se il futuro non riguardasse nessuno. Nemmeno loro e i loro figli.
Angelo Panebianco, Il Corriere della Sera (8/2/2021)
Canzone del giorno: Time And Time Again (1997) - Long John Hunter
Clicca e ascolta: Time And....