Sarà un segno dei tempi. Un altro. Sarà che l’epoca richiede più volti che idee, più leader da osannare e dimenticare che progetti su cui riflettere. Sarà che i «mezzi» diventano la sostanza stessa e non sono mai specchi neutri: si era capito negli anni Cinquanta con la televisione e figuriamoci adesso con il web, forse la più grande rivoluzione della storia. La velocità come valore assoluto, una sorta di sogno (o incubo) futurista. Sarà per questi e cento altri motivi, ma gli ultimi giorni hanno riaperto la stagione dei partiti personali. I tre poli di un periodo che sembra lontano (l’anno scorso) stanno svanendo. One man show, con il contorno dei fedelissimi. Calenda ha lasciato il Pd e prepara il suo movimento perché il Pd si è alleato con i Cinque Stelle. Renzi lancia Italia viva, anche se lo stesso Pd ha abbracciato gli stessi Cinque Stelle, come più o meno aveva chiesto lui. Toti ha mollato Forza Italia per avvicinarsi a Salvini e andare subito alle urne: solo che non si vota. Troppo rapido. Un gruppo di berlusconiani guarda già a Renzi, per adesso a cena, forse domani a colazione. La senatrice Donatella Conzatti, ieri, è stata la prima a fare il grande passo «per arginare i sovranisti», che passeranno la notte svegli. Giuseppe Conte, benedetto dagli indici di gradimento, ha una compagnia dove gli attori aumentano e il copione diventa più complicato: bisogna aggiungere un po’ di parti in commedia. Con la cassa quasi vuota e il pubblico che rumoreggia.
Venanzio Postiglione, Corriere della Sera (19/9/2019)
Venanzio Postiglione, Corriere della Sera (19/9/2019)
Canzone del giorno: O che será? (À flor da terra) (1976) - Chico Buarque
Clicca e ascolta: O que serà....