nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 30 marzo 2018

Finti

Anni tristi e pieni di paura
Equilibrismi di una legislatura
Si vota tutti gli anni per cambiare
Però poi non cambia niente
La frutta costa come la benzina
E non lo trovo divertente

Questo è un paese di finti
Di calcio e di politica in tivvù

                        Sergio Cammariere, Paese di finti (2009)


Canzone del giorno: Paese di finti  (2009) - Sergio Cammariere
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mercoledì 28 marzo 2018

In vendita

Ma siamo sicuri che quello di Cambridge Analytica sia uno scandalo con la esse maiuscola? È davvero una notizia sconvolgente o è una notizia di dieci anni fa? Ricapitoliamo: molti di noi, dal 2007, quotidianamente passano ore a caricare foto, scrivere post, fare giochi, installare app e seminare like su Facebook.
Che ipocrisia indignarsi se le nostre vite sono in vendita.
Cosa stiamo facendo in quel determinato momento? Stiamo perdendo tempo, dice qualcuno. Ci stiamo divertendo e stiamo socializzando, dice qualcun altro. Stiamo cedendo una mole incredibile di dati sulla nostra vita, dice Mark Zuckerberg. E lo dice chiaramente. Perché vendere, ovviamente in modo anonimo, le nostre informazioni - che poi sono i nostri gusti, i nostri hobby, i luoghi che amiamo o la marca del nostro dentifricio preferito - è la ragione sociale di Facebook. È il suo business, il suo mestiere. Cadere dalle nuvole è surreale, è come stupirsi che un calzolaio lustri le scarpe. Vi siete mai chiesti come ha fatto una matricola di Harvard a racimolare un patrimonio da 70 miliardi di euro? Coi vostri status, le foto dei vostri gatti e i vostri «mi piace». E noi tutti, iscrivendoci al social network, abbiamo accettato, più o meno consapevolmente, questo mercimonio. Ti diamo un po' di noi in cambio di quindici like di notorietà, abbiamo barattato la nostra privacy con una vetrina dalla quale poterci esporre al mondo virtuale.


                                                                                                      Francesco Maria Del Vigo, Il Giornale (22/3/2018)

Canzone del giorno: Mi vendo  (1977) - Renato Zero
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lunedì 26 marzo 2018

Post Scriptum Film

Il filo nascosto

REGIA: Paul Thomas Anderson
INTERPRETI: Daniel Day-Lewis, Lesley Manville, Vicky Krieps, Camilla Rutherford, Bern Collaço, Richard Graham, Jane Perry 
SCENEGGIATURA: Paul Thomas Anderson 
COSTUMI: Mark Bridges 
DURATA: 130'
USCITA: 22



Le vie dell’amore sono strane, fortuite e imprevedibili.
Paul Thomas Anderson, nel suo nuovo film “Il filo nascosto”, fa muovere la coppia protagonista in una cornice glamour degli anni cinquanta londinesi raccontando una storia d’amore che spiazza lo spettatore, “costretto” a seguire le ossessioni nevrotiche di un rinomato sarto della moda britannica (interpretato superbamente da Daniel Day-Lewis) e la caparbietà di una giovane cameriera (l’efficace Vicky Krieps).
Il regista dipinge il protagonista rilevandone le sue manie di uomo scorbutico e narcisista. Il suo mondo è contornato da donne che ruotano nella sua bellissima villa-laboratorio. La sorella, l’ennesima fidanzata, le assistenti, le donne delle pulizie.  Tutte donne perfettamente passive all’estrosità del famoso stilista. E poi c’è un’altra donna che incombe, ma nel suo subconscio, trattandosi della madre defunta. Un uomo che autocelebra se stesso e tiene sufficientemente a distanza le donne che girano intorno a lui fino a quando non s’imbatte casualmente in una sgraziata ma affascinante cameriera che manda in tilt la sua routine.
Da quel momento la vita dei due inizia a intraprendere strane strade in un continuo rimescolamento psicologico: è l’ossessivo sarto che sovrasta la giovane donna ovvero è lei che fa a pezzettini le sicurezze dell’uomo, facendo venire a galla le ossessioni che lo governano?
“Fili” nascosti, impercettibili frammenti di vita.
D’altronde l’idea di cinema di Paul Thomas Anderson, uno dei registi più acclamati negli ultimi anni dalla critica, ha proprio a che fare con tratti velati e metaforici, immagini che sembrano evocare sempre qualcos’altro, con personaggi fuori da un ordine prestabilito.
Anche in questo suo ultimo lavoro, l’intensità delle inquadrature e il suo perfezionismo confermano le sue indubbie capacità stilistiche.
Un film visionario e volutamente contorto.

Canzone del giorno: You Saved Me  (2010) - Skunk Anansie
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venerdì 23 marzo 2018

Forma d'arte

“Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima.”
                                                             Ingmar Bergman (1918 - 2007)

Canzone del giorno: Cinema  (2017) - Gianna Nannini
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martedì 20 marzo 2018

Maggioranza

...le parole maggioranza e governo sembrano un miraggio in questa convulsa fase post-elettorale. Nessuno sembra in grado di raggiungere il magico numero che porta alla fiducia parlamentare di un nuovo governo, tutti hanno voglia di potere e di comando, ma in pochi desiderano davvero governare.
Per molti anni la maggioranza parlamentare è stata lo specchio di una maggioranza nel Paese, di un blocco sociale di riferimento. Un reticolo di associazioni, categorie, mondi di rappresentanza di valori e di interessi, lobby che come per incanto, come per effetto di una mano invisibile simile a quella del mercato di Adam Smith, tutte insieme componevano la Maggioranza. A tutto questo si riferiva l’espressione maggioranza silenziosa, evocata dal presidente Usa Richard Nixon negli anni Settanta: quel centro della società che è stabile e governativo per sua natura, gli elettori moderati che non si iscrivono a partiti, che non militano e che non si mobilitano, che restano a casa quando le piazze si riempiono, ma che fanno la differenza alle urne. La maggioranza silenziosa cui si è appellato Renzi per ben due volte, in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e del voto politico del 4 marzo, uscendone drammaticamente sconfitto.
La novità di questi anni è infatti che non solo in Italia ma in tutta Europa la maggioranza silenziosa non esiste più. O meglio, si rivolge verso i valori opposti da quelli frequentati in passato: la rivolta al posto della moderazione, l’instabilità in luogo della stabilità, l’opposizione invece del governo. Si è visto in Inghilterra con la Brexit e in Usa con la vittoria di Donald Trump: anche se poi i risultati delle urne, con queste motivazioni, consegnano al sistema più problemi che soluzioni.
A venire meno, in questa condizione inedita, sono tutti i canali di collegamento tra politica e società, i mediatori sociali, i corpi intermedi, come si sarebbe detto un tempo. Se non c’è più la Maggioranza, sono loro i primi a essere scossi, scissi, colpiti al cuore nella loro funzione di rappresentanza: i sindacati, le cooperative, le associazioni di categoria di lavoratori e di imprenditori, e di commercianti, coltivatori diretti, pensionati, studenti.

                                                                                                   Matteo Damilano, L'Espresso (18/3/2018)

Canzone del giorno: Don't You Feel Small (1970) - The Moody Blues
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sabato 17 marzo 2018

Commestibili


Le statistiche della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, parlano chiaro. Nei prossimi trenta anni (anno più anno meno) l’umana specie raggiungerà la cifra record di 9 miliardi.
Una popolazione che avrà sempre più la necessità di proteine che mal si concilia con la progressiva riduzione di risorse e di terreni da destinare alla coltivazione e all’allevamento. Secondo la Fao, quindi, nei prossimi decenni è necessario combattere le emergenze alimentari del pianeta proprio perché la richiesta dei prodotti di allevamento raddoppierà rispetto ad adesso. A quanto pare necessitano 500 milioni di tonnellate (milione più milione meno) di cibo allevato. Si può continuare ad allevare soltanto polli, mucche e tacchini?  La risposta è negativa e, quindi, a questo punto entrano in gioco gli insetti, animali d’allevamento che si riproducono velocemente, non hanno bisogno di grandi distese di terre e vivono ovunque.
A tutto ciò si aggiunge la loro eco sostenibilità rispetto al bestiame.
Per aumentare la propria massa di un chilo un bovino ha bisogno di 8 chilogrammi di mangime, consuma 22 mila litri di acqua e produce 2.850 grammi di gas serra. Un insetto commestibile (grillo, baco da seta, cavalletta….) riesce, invece, a convertire due chili di mangime in un chilo di massa, sciupa pochi litri di acqua e non produce gas serra.
La Fao si prefigge l'obiettivo di diffondere la commestibilità degli insetti in modo da farli diventare un cibo nutriente ed economico in grado di placare la fame di moltissime comunità. L'organizzazione dell'ONU riuscirà nel suo intento benefico?
Per il momento il nuovo regolamento europeo autorizza la vendita e l'allenamento di insetti commestibili nel mercato comunitario.
In Italia non è ancora possibile la loro commercializzazione ma prima o poi ci si dovrà adeguare alle nuove direttive e anche le nostre dispense si apriranno alla farina di grillo o alle polpette di termiti.

Canzone del giorno: The Finish Line  (2006) - Snow Patrol
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giovedì 15 marzo 2018

Obsolescenza programmata

Sapete qual è la differenza fra tutti noi e le grandi aziende? Che loro possono fare letteralmente quello che vogliono, e noi subire, perché tanto le leggi arrivano sempre dopo. Esempi: può capitare che uno smartphone cada per terra e lo schermo si rompa. Continua a funzionare, ma con il vetro rotto si vede male. Di solito uno va al centro assistenza più vicino a casa per farlo riparare. Prezzo di listino per la sostituzione del vetro di un cellulare di tre anni: 115 euro. Prezzo di mercato dello stesso telefono nuovo da acquistare in uno store online: 151 euro. Su Amazon posso trovare alla stessa cifra addirittura un modello con caratteristiche più avanzate.
Allora perché un consumatore dovrebbe preferire riparare un oggetto piuttosto che prenderne uno nuovo e più moderno? (...)
Nel 2000 in Italia c’erano seimila negozi dedicati alla riparazione degli elettrodomestici. Nel 2017 sono scesi a 4.500. A Bologna, diciassette anni fa i tecnici specializzati erano cinquanta, oggi sono solo trentaquattro. In tutta la provincia di Crotone sono rimasti nove centri di assistenza aperti, nel 2010 erano venti.
Ed è così che il 44% degli apparecchi elettronici ed elettrici guasti diventano spazzatura, senza aver fatto nemmeno un tentativo di riparazione. In Italia nell’ultimo anno le tonnellate di telefonini e computer buttati sono aumentate del 10%. Sul totale, il 79% di questi rifiuti proviene dall’uso domestico. Mentre solo il 21% è costituito da apparecchiature professionali. (...)
La strategia che definisce al momento della progettazione il ciclo di vita di un prodotto in modo da renderlo inservibile od obsoleto dopo un periodo di tempo prefissato, si chiama «obsolescenza programmata».

                                                                                              Milena Gabanelli, Corriere della Sera (15/3/2018)

Canzone del giorno: Looking East (1996) - Jackson Browne
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martedì 13 marzo 2018

Consumismo



“Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana”.

                                 Pier Paolo Pasolini, Corriere della Sera del 9/12/1973 (dalla raccolta Scritti Corsari)


Canzone del giorno: Quello che non ho (1981) - Fabrizio De André
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sabato 10 marzo 2018

Post Scriptum Film

A casa tutti bene

REGIA: Gabriele Muccino
INTERPRETI: Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore, Massimo Ghini, Gianpaolo Morelli, Stefania Sandrelli, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Gianmarco Tognazzi, Valeria Solarino 
SCENEGGIATURA: Paolo Costella, Gabriele Muccino 
DURATA: 105'
USCITA: 14
che vive nell’isola di Ischia riceve la visita dei figli (con i relativi compagni), dei nipoti e di altri parenti invitati per l’occasione.

Canzone del giorno: Well All Right  (1978) - Santana
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giovedì 8 marzo 2018

Sostituzione


Non avendo il Paese una vera e propria classe dirigente, ma soltanto dei network che si autotutelano perpetuandosi, non ne aveva nemmeno una di ricambio, un gruppo di emergenti che aspettava la sua occasione per affacciarsi al comando. Prosciugate le culture politiche in cui è vissuto e cresciuto l’Occidente, non c’era nemmeno un bacino di storia alternativa a cui fare riferimento, conoscendone valori e ideali. Non restava che pescare nel nulla, nella spontaneità di un movimento che è un fenomeno sociale più che un partito, disancorato dalla vicenda storica europea del dopoguerra, senza legami con le culture politiche di altri Paesi, abituato a vivere solo nel presente, generato com’è dalla delusione della rappresentanza trasformata in rabbia e risentimento. Chi viene da un altrove, senza passato e dunque senza vincoli, non può evidentemente garantire esperienza e competenza, ingredienti indispensabili ad ogni vero progetto politico di cambiamento. Ma può realizzare qualcosa che è infinitamente più basico e insieme più universale di un cambiamento, e cioè una generale sostituzione. Siamo arrivati a questo punto perché la politica ha esaurito qualcosa di fondamentale, che l’ha animata per tutto il Novecento: la capacità di generare speranza. Non essendo una risorsa naturale, la speranza nasce dai progetti, dal carisma delle leadership, dall’autenticità delle proposte, da un’idea del mondo e della vicenda umana capace di convincere, di appassionare e di coinvolgere. Insieme con la fine (tardiva) delle ideologie, si sono rinsecchite anche le idee, il concetto della politica come costruzione di un progetto collettivo, il sentimento della storia: la coscienza di agire dentro un’avventura comune, da difendere, aggiornare e interpretare per poterla tramandare. (…) La crisi economico-finanziaria del decennio ha imposto l’egemonia della “ necessità”, un’egemonia apparentemente disarmata, senza mandanti e senza ideologia, che porta le diverse politiche a conformarsi e ad assomigliarsi, dentro una neutralità democratica senza più forti passioni e senza nette distinzioni, come se la visione del mondo fosse una soltanto e per sempre, e come se capitalismo e democrazia non avessero entrambi bisogno di una critica costante, di un pensiero. Questa politica indistinta, che non trasmette speranze, che non garantisce una effettiva rappresentanza, che non può domare la globalizzazione, è probabilmente la cifra degli anni che stiamo vivendo: non riusciamo a governare ciò che abbiamo prodotto. Ma gli effetti nella vita del Paese sono devastanti, perché la crisi ha diviso, atomizzato, disperso. Ha selezionato, spinto ai margini. Ha rotto il vincolo di necessità e di responsabilità che fino a ieri teneva in collegamento tra di loro le parti alte e quelle più basse della scala. In una parola, la crisi ha riformattato il sociale, e la politica non c’era, o era gregaria.

                                                                                                                              Ezio Mauro, la Repubblica (7/3/2018)

Canzone del giorno: Undone (2003) - Pearl Jam
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martedì 6 marzo 2018

Ingovernabile


Altan, da Google.it
















Canzone del giorno: Out of Control  (1980) - U2
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sabato 3 marzo 2018

Infiltrazioni

In Slovacchia non erano preparati: l’assassinio di un giovane giornalista e della sua fidanzata ha messo improvvisamente sotto gli occhi di tutti la drammatica infiltrazione di esponenti dell ’ndrangheta, non solo nella società slovacca, ma anche al massimo livello, cioè nel governo di Robert Fico. La magistratura italiana è a posto. La Dda di Reggio Calabria infatti dice: «Avevamo allertato da tempo Bratislava su questa infiltrazione» ma il governo slovacco ha sottovalutato il problema (o aveva interesse a sottovalutarlo?). I mafiosi italiani vivevano sui contributi Ue elargiti solo a loro a piene mani. Come mai Bruxelles non se ne è accorta? Essi vivevano nella zona più povera del paese andando in giro con delle Ferrari e delle Lamborghini (come mai il fisco non l’ha visto?). Sta di fatto che il buon nome dell’Italia è andato a ramengo in Slovacchia, colpendo anche le molte imprese italiane che lavorano correttamente. Un imprenditore italiano ha detto: «Siamo tutti sotto accusa. Ci sentiamo come i musulmani pacifici accusati degli attentati dell’Isis».

Italia Oggi, Diritto & Rovescio (3/3/2018)

Canzone del giorno: Everything's Ruined (1992) - Faith No More
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venerdì 2 marzo 2018

Timone


Da sola, da sola prendere il timone della mia sorte! Assumere chiara, grave, tutta la coscienza della mia intima libertà, inalienabile libertà.

Sibilla Aleramo (1876 - 1960), Il passaggio, 1919



Canzone del giorno: Freedom  (2016) - Dierks Bentley
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giovedì 1 marzo 2018

Playlist Febbraio 2018

1.      Lucio Battisti, Innocenti evasioni  (Umanamente uomo: il sogno – 1972) – Evasioni
2.      Metallica, Bad Seed  (ReLoad – 1997) –  Odio
3.      Britney Spears, Radar  (Circus – 2008) –  Braccialetti
4.      Roxy Music, Trash  (Manifesto – 1979) –  Pattumiere
5.      Ivano Fossati, Mio fratello che guardi il mondo  (Lindbergh  1992) –  Mio fratello
6.      Al Green, Call Me  (Call Me – 1971) –  Chiamami col tuo nome
7.      Ella Fitzgerald, The Nearness of  You  (Ella and Louis – 1956) –  Vicinanza
8.      Max Gazzè, Un uomo diverso  (Maximilian – 2015) –  Se stesso
9.      Macy Gray, Beauty in The World  (The Sellout – 2010) –  La bbellezza
10.  Aerosmith, Toys in The Attic  (Toys in The Attic  1975) –  Contesi
11.  The Rolling Stones, Slave  (Tattoo You  1981) –  Schiavitù
12.  Leonard Cohen, Got A Little Secret  (Tattoo You  1981) –  Schiavitù
13.  Mike Bloomfield, Don’t Think About It, Baby  ( It’s Not Killing Me  1969) –  Mostrocrazia