Continuiamo a scherzare
con i fanti, soprattutto se sono di legno come nel gioco degli scacchi.
Lasciamo pure nel loro mondo i santi ed eventuali battute che potrebbero offendere
ogni credente.
Ma su alcuni preti, su certi preti, ci si deve indignare oltre misura e se si vuole si può utilizzare qualsiasi mezzo, anche sarcastico, per criticare il loro poco lodevole (poco santo) comportamento.
Alcuni giorni fa Papa Francesco ha commissariato la diocesi di Albenga. Le indagini sul clero "disinvolto" della città ligure, vanno avanti da anni. Segnalazioni imbarazzanti e nitidi scandali hanno messo alla berlina una diocesi che, in questi anni, si è trovata contornata da sacerdoti corteggiatori, preti che posano nudi su Facebook o che scappano via portando via i risparmi della parrocchia, fino alla più grave situazione di abusi sessuali su minori.
Una sarabanda grave, fastidiosa e imbarazzante che Selvaggia Lucarelli, su Libero di giovedì scorso, descrive in maniera canzonatoria: “Avrei voluto vedere la faccia di Papa Francesco quando gli hanno consegnato il dossier sulla diocesi di Albenga con il riassunto dettagliato di tutte le vicende che hanno movimentato la vita nelle varie parrocchie negli ultimi anni. Quelli, per essere precisi, in cui ha esercitato la sua missione pastorale il vescovo Mario Oliveri, ora commissariato come un qualsiasi comune con infiltrazioni camorristiche. A voler essere ottimisti, al povero Papa è venuta voglia di chiamare a raduno le guardie svizzere e dare il via a una guerra santa contro la riviera ligure”.
I casi che riguardano il clero di quella zona sono tanti e vengono tutti
citati da Selvaggia Lucarelli: “In
principio fu Don Luciano Massaferro, reggente delle parrocchie di San Giovanni
Battista e San Vincenzo. Una pecorella così raccomandabile da avere il compito
di vegliare su ben due parrocchie, mica di cambiare i ceri in chiesa a fine
giornata. Peccato che la pecorella fosse sì smarrita, ma diventasse meglio di
un Tom Tom quando si trattava di adocchiare chierichette undicenni a cui alzare
la gonna. (…) Poi ci fu la pecorella Don Silvano De Matteis, parroco di Loano.
Qui la faccenda è degna di un cinepanettone. Durante una processione il
sacerdote vide la moglie del comandante della capitaneria di porto e si
ingrifò. Fece degli apprezzamenti che neanche De Sica alla Ferilli in Natale a
New York. Il marito di lei lo querelò, la pecorella fece una controquerela per
minacce (quello gli avrà detto «se ti azzardi a ridire qualcosa a mia moglie ti
muro nel battistero di Albenga») e alla fine fu trasferito in un’altra
parrocchia. (…) Meraviglioso poi il caso di Padre Alfonso Maria Parente, della
parrocchia di San Bartolomeo. Prima andò aMa su alcuni preti, su certi preti, ci si deve indignare oltre misura e se si vuole si può utilizzare qualsiasi mezzo, anche sarcastico, per criticare il loro poco lodevole (poco santo) comportamento.
Alcuni giorni fa Papa Francesco ha commissariato la diocesi di Albenga. Le indagini sul clero "disinvolto" della città ligure, vanno avanti da anni. Segnalazioni imbarazzanti e nitidi scandali hanno messo alla berlina una diocesi che, in questi anni, si è trovata contornata da sacerdoti corteggiatori, preti che posano nudi su Facebook o che scappano via portando via i risparmi della parrocchia, fino alla più grave situazione di abusi sessuali su minori.
Una sarabanda grave, fastidiosa e imbarazzante che Selvaggia Lucarelli, su Libero di giovedì scorso, descrive in maniera canzonatoria: “Avrei voluto vedere la faccia di Papa Francesco quando gli hanno consegnato il dossier sulla diocesi di Albenga con il riassunto dettagliato di tutte le vicende che hanno movimentato la vita nelle varie parrocchie negli ultimi anni. Quelli, per essere precisi, in cui ha esercitato la sua missione pastorale il vescovo Mario Oliveri, ora commissariato come un qualsiasi comune con infiltrazioni camorristiche. A voler essere ottimisti, al povero Papa è venuta voglia di chiamare a raduno le guardie svizzere e dare il via a una guerra santa contro la riviera ligure”.
Sanremo giovani e come una Ruby Rubacuori qualunque mentì sulla sua età, dichiarando 32 anni anziché i suoi 38 (scoperto, fu buttato fuori perché il limite per partecipare era di 35 anni). Poi scappò con la cassa della parrocchia. Poi si mise a vendere il kit di Padre Pio truffando 8000 fedeli convinti che il ricavato andasse in beneficienza”.
Non si potrà scherzare con i santi ma, alle attuali condizioni, lo si può
fare a ruota libera sui fanti e, soprattutto su certi preti: “Insomma, davvero un peccato che il vescovo
Mario Oliveri sia commissariato perché è un autentico talent scout del
sacerdozio. Uno che a furia di accogliere pecorelle smarrite ha smarrito sia il
mistero della fede che l’evidenza della fedina penale. E dispiace molto che lo
sostituisca un nunzio apostolico. Ancora un paio d’anni di sua oculata missione
pastorale ad Albenga e una parrocchia a Genny ’a Carogna non l’avrebbe tolta
nessuno”.