È il momento
della tregua e del rinnovamento in Ucraina? La prudenza è d’obbligo in un paese
che, fino all’altro ieri, aveva le strade principali invase dai cadaveri.
Il presidente
filo-russo Yanukovich è scappato e una combinazione di forze popolari e
istituzionali ha preso il controllo di Kiev.
Passi
importanti se si pensa al bagno di sangue dei giorni scorsi che, con molta
probabilità, si sarebbe potuto evitare con un intervento immediato e risolutivo
dell’Europa.
Pochi giorni fa
le responsabilità europee venivano richiamate con vigore dal filosofo francese
Bernard-Henry Lévy: «Nella coincidenza delle immagini, tra le nevi di Sochi e
il sangue di Kiev, c’è qualcosa che offende l’intelligenza e spezza il cuore:
la festa olimpica è al culmine, mentre in Ucraina si svolgono i funerali del
sogno europeo da parte di un popolo che in quel sogno crede. Da una parte c’è
un Putin terribile che arma la mano di Yanukovich, dall’altra un Putin che si
pavoneggia sulle tribune olimpiche. Resta pochissimo tempo per salvare l’onore.
Un monito ai responsabili dell’Europa: lasciamo Sochi o almeno boicottiamo la
cerimonia di chiusura. Due immagini, questa mattina del 19 febbraio, si
accavallano nelle menti. L’immagine delle nevi immacolate di Sochi, solcate da
emeriti sciatori applauditi dal mondo. Quella della neve insanguinata delle
barricate a Maidan, la piazza dell’Indipendenza, a Kiev, da quando,
nell’indifferenza universale, le unità speciali del potere ucraino hanno
ricevuto l’ordine, con l’avallo di Putin, di dare l’assalto».
Adesso la
partita diviene complessa dal punto di vista politico e diplomatico. Come
sostengono gli esperti, Putin farà di tutto per tagliare gli aiuti economici e
chi governerà, avvicinandosi all’Europa, dovrà chiedere un prestito all’FMI.
Pesa sul paese
la minaccia di una secessione. Scrive Bernardo Valli su La Repubblica: «L’incognita
risiede adesso nel saper come continuerà la “guerra non armata” tra russi e
occidentali (europei e americani non divisi ma neppure uniti su questo
problema). Putin ha promesso a Obama nelle ultime ore di non voler aggravare la
situazione. Ed è presumibile che l’altro diretto interlocutore del leader
russo. Angel Merkel, abbia ricevuto le stesse assicurazioni. Ma il ministero
degli esteri russo ha fatto sapere al segretario di Stato che a suo avviso i
ministri europei (il tedesco, il francese e il polacco) si sono lasciati
ingannare dagli oppositori di Yanukovich, un alleato non troppo stimato dal
Cremlino. Se la secessione ucraina si confermerà, i russi da un lato e gli
europei e gli americani dall’altro, saranno messi alla prova. L’Ucraina pesa
più del Kosovo e della Georgia».
Canzone del giorno: Blood on the Snow (2006) - Horse Feathers
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