Sms, twitt, e-mail, telefonate, lettere, mms, facebook, videochiamate,
cartoline (un po’ più difficile, quasi improbabile!), piccioni viaggiatori,
message in a bottle…
A prescindere dal modo in cui arrivano, gli auguri di buon anno sono sempre
benvenuti, a maggior ragione in periodi cupi come gli attuali che non sembrano
presagire niente di buono!
Non bisogna mai dimenticare che la scintilla della speranza deve rimanere
sempre accesa e che un augurio, sia in partenza che in arrivo, è uno strumento
per manifestare (o accogliere) un desiderio, un buon auspicio per il futuro.
Fra i tanti auguri di buon anno ricevuti (tutti gradevolissimi), mi fa
particolarmente piacere condividere con voi un augurio inviatomi via mail e
accompagnato da una poesia di Wislawa Szymborka, premio Nobel per la
Letteratura nel 1996.
I versi dell’autrice polacca trasmettono, con concreta densità, preziosi
spunti di riflessione.
Grazie Giulio, per il gentile “regalo”.
Nulla è in regalo - Wislawa Szymborska
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
È così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l'obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L'inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.
La protesta contro di esso
la chiamano anima.
E questa è l'unica voce
che manca nell'inventario.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
È così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l'obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L'inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.
La protesta contro di esso
la chiamano anima.
E questa è l'unica voce
che manca nell'inventario.