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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 13 febbraio 2025

Post Scriptum Film

L'abbaglio


REGIA: Roberto Andò
INTERPRETI: Tony Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Lorenzo Maltese, Giulia Andò, 
SCENEGGIATURA: PaolRoberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso
FOTOGRAFIA: Maurizio Calvesi
COSTUMI: Maria Rita Barbera
DURATA: 135'

USCITA: 16/1

I nostri registi hanno portato più volte sullo schermo delle pagine fondamentali della nostra storia patria per raccontare, attraverso il nostro passato, un po’ del nostro presente e di certi caratteri rappresentativi del modo di essere, nel bene e nel male, italiani.
L’abbaglio, il nuovo film di Roberto Andò, parte da una vicenda storica reale (la missione suicida che nel 1860 Giuseppe Garibaldi affidò al colonnello Orsini) e la rielabora mescolando fatti e personaggi storici legati alla Spedizione dei Mille a eventi e figure di pura fantasia.
Per fare ciò, forte del successo del suo precedente “La stranezza”, affida al medesimo trio di attori i ruoli che reggono la trama del film.
Toni Servillo interpreta, con la solita autorevolezza scenica che lo contraddistingue, il comandante Orsini. Ficarra e Picone, invece, sono sostanzialmente due cialtroni frutto della fantasia degli sceneggiatori che, fingendo sentimenti nazionale, riescono a ritornare nella loro terra imbarcandosi al seguito di Giuseppe Garibaldi e dei suoi Mille.
La coppia siciliana riesce a dare l film il necessario brio comico ad una storia contornata da drammi, battaglie e disagi del particolare periodo storico.
Roberto Andò, d’altronde, ha riassunto la sua opera come “un film sui paradossi della Storia, dove si mescolano comicità e dramma”. I protagonisti, nel progetto del regista, hanno proprio il compito di portare sullo schermo il tradizionale trasformismo italiano con tutta la sequela di occasioni mancate, differenze regionali, squallidezze politiche e vari traumi sociali.
Praticamente una rielaborazione, in chiave contemporanea, della famosa fase associata a Massimo D’Azeglio: “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”.
Forse un po’ troppa roba da racchiudere in 2 ore di lungometraggio, ma sicuramente il tratto tipico della regia di Andò ha il merito di riassumere e far rivivere momenti importanti degli albori dell’unità italiana accomunandoli con gli atavici vizi del nostro bel Paese.

Canzone del giorno: E l'Italia che va (1986) - Ron
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