"Grazie per avermi supportato e sopportato". Chi lo ripete non ha, in tutta evidenza, alcuna cognizione della sua estrema diffusione, che è tale da impedirgli ormai di strappare neppure mezzo sorriso. Il binomio costituito dai due participi (peraltro cugini strettissimi per etimo) si presenta alla mente del parlante con seduzione quasi obbligativa, da quando il verbo inglese "to support" ha visto ambientarsi disinvoltamente il suo adattamento all'italiano presso i parlanti della nostra lingua. Chi dice "grazie per avermi supportato" non può quasi fare a meno di dire "e per avermi sopportato!" , aggiungendo così una sorta di autocritica melodrammatica. Un po' come dire: "Era dura ma ce l'ho fatta grazie al tuo appoggio e riconosco come tu non me lo abbia fatto mancare neppure quando i miei comportamenti avrebbero indotto a maledirmi lo stesso Giobbe". Se si potesse concepire una classifica del genere forse diremmo che nella graduatoria dei binomi arguti più ripetuti in italiano "supportato e sopportato" promette di raggiungere e superare il finora inarrivabile campione nazionale, che è, senza ombra di dubbio: "oneri e onori". Curioso che in entrambi i casi l'associazione sia fra qualcosa che solleva (il supporto, l'onore) e qualcosa che grava (l'onere, il sopportare).
Stefano Bartezzaghi, Lapsus - la Repubblica (1/9/2024)
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