A un orecchio distratto i testi di Franco Battiato sembrano un’accozzaglia di frasi incomprensibili e citazioni esotiche, pieni di parole buttate a caso senza riferimenti precisi. Come se fossero soltanto un mezzo, l’esibizione di una cultura alternativa e di un gusto un po’ freak. L’atmosfera musicale di alcuni brani sembra avvalorare questa ipotesi: sonorità leggere, giocose, altamente orecchiabili. Al contrario, i testi e le musiche di Battiato hanno sempre avuto un’intenzione filosofica netta e precisa, e una vera e propria funzione sociale: aumentare il livello medio di coscienza di una popolazione - quella italiana - continuamente immersa in una cultura vecchia, fatta di comportamenti ipocriti e finzioni, in cui ogni azione priva di etica viene giustificata dall’idea che tanto così fan tutti. Per Battiato la musica è sempre stata un veicolo per la trasmissione di condizioni interiori, e ripercorrere una parte della sua discografia permette di rintracciare i tratti fondamentali di una poetica insolita, particolarissima, che gli ha permesso di trasmettere idee millenarie a milioni di persone. (...) Seppure in atmosfere sognanti e in testi suggestivi, la poetica di Battiato è intrisa di devastante consapevolezza, privata perché impersonale e politica perché è calata in un mondo palesemente in declino.
Nella sua opera Battiato ha
raccontato - a volte in modo allusivo - le proprie mediocrità, i limiti, le
storture su cui ha cercato di lavorare, e forse è stata proprio la
manifestazione del suo percorso di trasformazione a spingerci a vederlo
talvolta come un guru o un’autorità, anziché come un essere umano che ha
tentato di osservare le proprie identificazioni e che ha cercato un “centro di gravità permanente, che non mi
faccia più cambiare idea sulle cose e sulla gente“.
Andrea Colamedici e Maura Gancitano, Linus - Omaggio a Franco Battiato (ottobre 2020)
Canzone del giorno: Centro di gravità permanente (1981) - Franco Battiato
Clicca e ascolta: Centro....