Nel vuoto di quel che resta dei partiti,
mai come questa volta svogliati e distratti, la tornata delle elezioni comunali
era l’inevitabile specchio di una politica sfilacciata, senza idee. Eppure dal
voto negletto sono emerse rilevanti indicazioni. Non tanto il ritorno del
bipolarismo centrodestra/centrosinistra, perché servono ben altre conferme
prima di poterlo affermare. Quanto la grave sconfitta del Movimento Cinque
Stelle, la prima seria battuta d’arresto registrata da un Grillo che forse
presagiva la disfatta per come nelle ultime ore appariva scontroso e
infastidito nelle strade della sua Genova. Essere esclusi da tutti i
ballottaggi che contano è un pessimo presagio, tanto più che le percentuali
raccolte da nord a sud sono scarse per una forza che si è proposta in questi
anni come alternativa al sistema. È del tutto prematuro dedurre da questi
dati che è cominciato il declino del M5S. Del resto, non c’è quasi mai
omogeneità fra voto amministrativo e voto politico. I Cinque Stelle, nella loro
storia breve e turbolenta, hanno dimostrato di essere a loro agio sul terreno
delle elezioni legislative, mentre le vittorie nei comuni maggiori (Parma,
Livorno, Roma e ora persino Torino) non hanno portato loro granché fortuna.
(...) In ogni caso, è evidente che il
populismo ha conosciuto una serie di brucianti sconfitte in giro per
l’Europa. Pochi mesi fa, dopo la Brexit e la vittoria di Trump, sembrava in
procinto di conquistare l’Occidente. Oggi è del tutto ridimensionato. Vedremo quel
che accadrà nel prossimo futuro, in Italia e altrove in Europa.
Stefano Folli, la Repubblica (12/6/2017)
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