"L’Expo 2015, i restauri a Pompei, il G8 alla Maddalena e
poi all’Aquila, i primi interventi e poi la ricostruzione in Abruzzo, i
Mondiali di nuoto, il Mose... Non c’è Grande Evento, da anni, che non sia
infettato dalla corruzione. E dopo ogni arresto, lagne su lagne. E tutti a
chiedersi come sia possibile, come mai non cambi mai niente, perché proprio
qui e bla bla bla... Poi, passata la tempesta di sabbia, appena si posa la
polvere, le leggi che parevano ur-gen-tis-si-me vengono rinviate dal lunedì al martedì,
poi alla settimana dopo, poi al mese seguente, poi all’autunno e da lì
all’estate successiva... (...). L’abbiamo scritto ma vale la pena di ripeterlo:
dice il rapporto 2013 dell’Institut de criminologie et de droit pénal curato
dall’Universita di Losanna, che nelle nostre carceri solo 156 detenuti, lo 0,4%
del totale, sono lì per reati economici e fiscali, tra cui la corruzione e la
concussione. Una percentuale ridicola. Dieci volte più bassa rispetto alla
media europea del 4,1%. È una coincidenza se la Germania, il Paese di traino
del Continente, ha le galere più affollate di «colletti bianchi»? Ed è solo
una coincidenza se noi, che arranchiamo faticosamente in coda, ne abbiamo 55
volte di meno?".
Gian
Antonio Stella, Corriere della Sera del 5/6/2014