Le forze sociali e politiche
dovrebbero contribuire alla soluzione del complesso rebus ma le posizioni sono
così diverse che non sempre si riesce a comprendere qual è la strada più giusta
da intraprendere.
Flessibilità in entrata.
Flessibilità in uscita. Riforma degli ammortizzatori sociali. Il contratto a
tempo determinato che dovrebbe divenire dominante rispetto agli altri tipi di
contratto.
Tutti i lavoratori si
potrebbero trovare indistintamente inglobati in tre diversi regimi contrattuali
e coinvolti in una variazione dell’art.18 che consentirebbe una reintegrazione
del lavoratore soltanto per motivi “discriminatori” (?), mentre per i casi
economici e disciplinari si passerebbe alla formula dell’indennizzo.
I partiti e i sindacati
parlano di correttivi d’attuare al testo originale.
Non si capisce bene il
confine tra le ragioni degli imprenditori e i diritti dei lavoratori.
Un gioco delle parti con
alcune luci e molte ombre.