Andrea Camilleri, La setta degli angeli (Sellerio Editore)
«Ma tu ci tenevi?».
«Beh, sì e no».
«Zio, lo sai qual è la tò colpa cchiù gravi? Quella d’essiri un idealista».
«E sarebbi ‘na colpa?».
«Se non ti piaci colpa, chiamiamola difetto».
Un narratore onnisciente accompagna sapientemente il lettore alla scoperta di La setta degli angeli, il nuovo romanzo di Andrea Camilleri.
I personaggi si dipanano attorno ad una storia antica e
moderna nello stesso tempo, ambientata agli inizi del ‘900 in un fantomatico
paese della provincia siciliana.
Volti e caratteri noti, tracciati dall’autore con la consueta
disinvoltura, si animano in una storia realmente accaduta: la straordinaria
scoperta che dei preti hanno fondato una setta segreta che “mobilita giovani fanciulle ancora vergini ed inesperte, e giovani spose, a cui si fa credere che il rapporto sessuale o le stesse pratiche sessuali preparatorie del rapporto, sono uno strumento per acquisire indulgenze divine ed aprire le porte al Paradiso".
L’avvocato Teresi e il suo giornale “La Battaglia” sono gli
unici elementi che rimandano alla realtà, per il resto il romanzo è il prodotto
della fervida fantasia dell’autore. Ma come spesso accade la realtà riesce a
superare la fantasia e non ci si deve scandalizzare se dietro ad un piccolo
paese si celano i fatti realmente accaduti ad Alia, piccolo centro in
provincia di Palermo, e sin d’allora, testimoniati da Filippo Turati e da Don
Luigi Sturzo.
Mafia, ignoranza, superstizione e arroganza sono l’humus che
alimenta la prepotenza contro cui deve combattere il protagonista, l’avvocato
Teresi, che non a caso, ci dice Camilleri, «tiniva sempri supra al
comodino il “Don Chisciotte”».
*Rosalba
*Rosalba