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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 6 gennaio 2012

Costi


Sul Corriere della Sera di ieri, Gian Antonio Stella continua imperterrito ad occuparsi dei privilegi e dei costi della politica nel nostro paese.
È un argomento che ricorre da parecchi anni e che, ormai, sembrerebbe confermato anche dalla Commissione Giovannini: i deputati e i senatori italiani guadagnano, con 16 mila euro lordi mensili, più di tutti gli altri loro colleghi europei.
Se poi dal Parlamento nazionale ci si sposta ad alcuni importanti enti locali, le cose non vanno certo meglio e, al riguardo, viene citata un’inchiesta di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia che vale la pena di leggere con attenzione (clicca sul link). Il giornalista, infatti, esplora le voci che compongono la busta paga di un parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana.
I numeri, per dirla con Stella, sono davvero “sconcertanti”. Basti pensare ad alcuni “curiosi” trattamenti economici che, oggi più che mai, rappresentano delle “pugnalate” per il cittadino comune.
Giovanni Pipitone ha fatto un po’ di calcoli: «il deputato medio somma 5.390 euro di stipendio base, 3.500 di diaria, 4.178 di portaborse. E arriva a 13.068 euro Finito qui? Niente affatto. Ci sono i bonus annuali: 10 mila euro forfettari per le spese di viaggio in aereo, treno e nave. E poi c’è la voce più strana, il contributo per il trasporto su gomma: ogni deputato che si sposta dalla province a Palermo riceve un bonus annuale di 13.293 euro se arriva da una distanza inferiore a 100 km, oppure 15.979 se percorre più strada. Si dirà, chi vive a Palermo non ne ha bisogno. E invece no, percepisce solo un contributo inferiore: 6.646 euro. E gli otto membri del consiglio di presidenza, che si muovono in autoblu? Anche a loro arriva il contributo, ma dimezzato. L’ultimo bonus che arriva a tutti è di 4.150 euro all’anno per le spese telefoniche. Inoltre alcuni deputati all’Ars godono di sostanziosi  extra  in vigore anche al Senato ma concessi con più facilità qui. Sono i bonus per gli incarichi che i parlamentari svolgono dentro l’Assemblea»Il titolo dell’articolo è di per sé esplicativo: “Stipendi dei politici: i deputati dell'Ars battono tutti”.

Stipendi dei politici: i deputati dell'Ars battono tutti

Chissà se davvero Camera e Senato riusciranno a ridurre gli stipendi dei parlamentari nazionali. Il dossier Giovannini, che dimostra come in Italia ci sono le cifre più alte d’Europa, qualche dubbio lo mette sul tavolo: trovare l’equilibrio perfetto con le retribuzioni degli altri Paesi non sarà facile. Se però il colpo di scena arriverà, anche all’Ars gli onorevoli subiranno il taglio. La Sicilia non ha un consiglio regionale ma un Parlamento agganciato alle regole e alle retribuzioni del Senato. Un quadro che consente qualche privilegio, soprattutto sui bonus aggiuntivi. Districarsi nelle busta paga dell’Ars non è semplice. Se si prende lo stipendio, le cifre non sono da capogiro: 5.390 euro netti al mese che possono crescere a 5.642 se il deputato non versa la quota per la reversibilità della pensione. Da qui in poi occorre prendere la calcolatrice. L’onorevole di Sala d’Ercole riceve altri 4.003 euro al mese a titolo di diaria per le spese di soggiorno a Palermo (ma la prendono anche i deputati che risiedono a Palermo...). Questa è una delle poche voci che ha recentemente subito un taglio passando a 3.500 euro al mese. E se un deputato si assenta dall’Ars in un giorno di seduta perde 258 euro al giorno. E ci sono anche 4.678 euro al mese per lo «svolgimento del mandato»: fino al 2013 questa voce è stata ridotta a 4.178 euro per effetto delle recenti manovre nazionali. È una delle voci più contestate perchè - spiega il deputato questore Giovanni Ardizzone (Udc) - queste sono le somme destinate ai portaborse e alla segreteria politica. A Roma la proposta è quella di farle veicolare dal Senato (e dunque a Palermo dall’Ars) in modo da rendere trasparenti ed effettivi i pagamenti a segretari e portaborse ed evitare che parte resti in tasca ai parlamentari.

Dunque, il deputato medio somma 5.390 euro di stipendio base, 3.500 di diaria, 4.178 di portaborse. E arriva a 13.068 euro Finito qui? Niente affatto. Ci sono i bonus annuali: 10 mila euro forfettari per le spese di viaggio in aereo, treno e nave. E poi c’è la voce più strana, il contributo per il trasporto su gomma: ogni deputato che si sposta dalla province a Palermo riceve un bonus annuale di 13.293 euro se arriva da una distanza inferiore a 100 km, oppure 15.979 se percorre più strada. Si dirà, chi vive a Palermo non ne ha bisogno. E invece no, percepisce solo un contributo inferiore: 6.646 euro. E gli otto membri del consiglio di presidenza, che si muovono in autoblu? Anche a loro arriva il contributo, ma dimezzato. L’ultimo bonus che arriva a tutti è di 4.150 euro all’anno per le spese telefoniche. Inoltre alcuni deputati all’Ars godono di sostanziosi  extra  in vigore anche al Senato ma concessi con più facilità qui. Sono i bonus per gli incarichi che i parlamentari svolgono dentro l’Assemblea. E siccome variano da 414 a 7.724 euro lordi  extra  al mese e vengono dati a 57 onorevoli su 90 - quasi due terzi dell’Ars - ecco che costano oltre un milione all’anno. Basta essere presidente di commissione per percepire 3.316 euro lordi in più al mese: i presidenti di commissione sono 9 perchè in questa legislatura ne sono state create di nuove.

Ogni commissione, tranne una, ha due vice presidenti ma ci sono anche quelli della Verifica poteri e della Qualità delle leggi (dunque 21 in totale) che percepiscono 829 euro al mese  extra . Poi ci sono i 9 segretari di commissione, a cui vanno 414 euro  extra . Da tempo Giovanni Barbagallo, deputato del Pd, chiede di togliere questi gettoni «visto che alcune commissioni lavorano pochissimo». E Ardizzone, che propone di «adeguare tutti gli stipendi a quelli delle regioni a statuto ordinario», segnala anche che bisognerebbe verificare meglio le presenze in commissione e togliere i soldi per le assenze. Al presidente dell’Ars, Francesco Cascio, va un’indennità  extra  pari a 7.724 euro lordi al mese. I suoi due vice (Santi Formica del Pdl e Camillo Oddo del Pd) aggiungono allo stipendio un bonus di 5.149 euro. Ci sono poi tre deputati questori con bonus mensili da 4.642 euro mentre i due deputati segretari del consiglio di presidenza aggiungono 3.316 euro al mese. Un bonus hanno anche i nove capigruppo ma è distribuito dai partiti e non incide sulle spese dell’Ars. E un bonus ha il presidente della Regione, che raggiunge così i 15.600 euro di stipendio che ne fanno il più pagato fra i governatori italiani. Gli stessi gettoni aggiuntivi al Senato - secondo un rapido calcolo fatto dal questore Benedetto Adragna - vanno a un centianio di senatori: gli 88 graduati delle 14 commissioni permanenti e delle 6 speciali, più quelli delle due giunte e i venti membri del consiglio di presidenza. Un terzo dei senatori ha bonus. In questo modo la spesa per le retribuzioni dei deputati all’Ars si aggira sui 21 milioni mentre per i gruppi politici se ne spendono 12,6. Ma dalla prossima legislatura, con 20 onorevoli in meno per effetto della recente riforma, si risparmieranno circa 7 milioni all’anno.

                                                     Giacinto Pipitone, da Gds.it del 4/1/2012