Sul Corriere della Sera di ieri, Gian
Antonio Stella continua imperterrito ad occuparsi dei privilegi e dei costi
della politica nel nostro paese.
È un argomento che ricorre da parecchi anni
e che, ormai, sembrerebbe confermato anche dalla Commissione Giovannini: i
deputati e i senatori italiani guadagnano, con 16 mila euro lordi mensili, più
di tutti gli altri loro colleghi europei.
Se poi dal
Parlamento nazionale ci si sposta ad alcuni importanti enti locali, le cose non
vanno certo meglio e, al riguardo, viene citata un’inchiesta di Giacinto
Pipitone sul Giornale di Sicilia che
vale la pena di leggere con attenzione (clicca sul link). Il giornalista,
infatti, esplora le voci che compongono la busta paga di un parlamentare dell’Assemblea
regionale siciliana.
I numeri,
per dirla con Stella, sono davvero “sconcertanti”. Basti pensare ad alcuni “curiosi”
trattamenti economici che, oggi più che mai, rappresentano delle “pugnalate”
per il cittadino comune.
Giovanni
Pipitone ha fatto un po’ di calcoli: «il deputato medio somma 5.390 euro di stipendio base,
3.500 di diaria, 4.178 di portaborse. E arriva a 13.068 euro Finito qui? Niente
affatto. Ci sono i bonus annuali: 10 mila euro forfettari per le spese di
viaggio in aereo, treno e nave. E poi c’è la voce più strana, il contributo per
il trasporto su gomma: ogni deputato che si sposta dalla province a Palermo
riceve un bonus annuale di 13.293 euro se arriva da una distanza inferiore a
100 km, oppure 15.979 se percorre più strada. Si dirà, chi vive a Palermo non
ne ha bisogno. E invece no, percepisce solo un contributo inferiore: 6.646
euro. E gli otto membri del consiglio di presidenza, che si muovono in autoblu?
Anche a loro arriva il contributo, ma dimezzato. L’ultimo bonus che arriva a
tutti è di 4.150 euro all’anno per le spese telefoniche. Inoltre alcuni
deputati all’Ars godono di sostanziosi extra in vigore anche al
Senato ma concessi con più facilità qui. Sono i bonus per gli incarichi che i
parlamentari svolgono dentro l’Assemblea». Il titolo dell’articolo è di per sé esplicativo: “Stipendi dei politici: i deputati
dell'Ars battono tutti”.
Stipendi dei politici: i deputati dell'Ars battono tutti
Chissà se davvero Camera e Senato
riusciranno a ridurre gli stipendi dei parlamentari nazionali. Il dossier
Giovannini, che dimostra come in Italia ci sono le cifre più alte d’Europa,
qualche dubbio lo mette sul tavolo: trovare l’equilibrio perfetto con le
retribuzioni degli altri Paesi non sarà facile. Se però il colpo di scena
arriverà, anche all’Ars gli onorevoli subiranno il taglio. La Sicilia non ha un
consiglio regionale ma un Parlamento agganciato alle regole e alle retribuzioni
del Senato. Un quadro che consente qualche privilegio, soprattutto sui bonus
aggiuntivi. Districarsi nelle busta paga dell’Ars non è semplice. Se si prende
lo stipendio, le cifre non sono da capogiro: 5.390 euro netti al mese che
possono crescere a 5.642 se il deputato non versa la quota per la reversibilità
della pensione. Da qui in poi occorre prendere la calcolatrice. L’onorevole di
Sala d’Ercole riceve altri 4.003 euro al mese a titolo di diaria per le spese
di soggiorno a Palermo (ma la prendono anche i deputati che risiedono a
Palermo...). Questa è una delle poche voci che ha recentemente subito un taglio
passando a 3.500 euro al mese. E se un deputato si assenta dall’Ars in un
giorno di seduta perde 258 euro al giorno. E ci sono anche 4.678 euro al mese
per lo «svolgimento del mandato»: fino al 2013 questa voce è stata ridotta a
4.178 euro per effetto delle recenti manovre nazionali. È una delle voci più
contestate perchè - spiega il deputato questore Giovanni Ardizzone (Udc) -
queste sono le somme destinate ai portaborse e alla segreteria politica. A Roma
la proposta è quella di farle veicolare dal Senato (e dunque a Palermo
dall’Ars) in modo da rendere trasparenti ed effettivi i pagamenti a segretari e
portaborse ed evitare che parte resti in tasca ai parlamentari.
Dunque, il deputato
medio somma 5.390 euro di stipendio base, 3.500 di diaria, 4.178 di portaborse.
E arriva a 13.068 euro Finito qui? Niente affatto. Ci sono i bonus annuali: 10
mila euro forfettari per le spese di viaggio in aereo, treno e nave. E poi c’è la
voce più strana, il contributo per il trasporto su gomma: ogni deputato che si
sposta dalla province a Palermo riceve un bonus annuale di 13.293 euro se
arriva da una distanza inferiore a 100 km, oppure 15.979 se percorre più
strada. Si dirà, chi vive a Palermo non ne ha bisogno. E invece no, percepisce
solo un contributo inferiore: 6.646 euro. E gli otto membri del consiglio di
presidenza, che si muovono in autoblu? Anche a loro arriva il contributo, ma
dimezzato. L’ultimo bonus che arriva a tutti è di 4.150 euro all’anno per le
spese telefoniche. Inoltre alcuni deputati all’Ars godono di sostanziosi
extra in vigore anche al Senato ma concessi con più facilità qui. Sono i
bonus per gli incarichi che i parlamentari svolgono dentro l’Assemblea. E
siccome variano da 414 a 7.724 euro lordi extra al mese e vengono
dati a 57 onorevoli su 90 - quasi due terzi dell’Ars - ecco che costano oltre
un milione all’anno. Basta essere presidente di commissione per percepire 3.316
euro lordi in più al mese: i presidenti di commissione sono 9 perchè in questa
legislatura ne sono state create di nuove.
Ogni commissione, tranne
una, ha due vice presidenti ma ci sono anche quelli della Verifica poteri e
della Qualità delle leggi (dunque 21 in totale) che percepiscono 829 euro al
mese extra . Poi ci sono i 9 segretari di commissione, a cui vanno 414
euro extra . Da tempo Giovanni Barbagallo, deputato del Pd, chiede di
togliere questi gettoni «visto che alcune commissioni lavorano pochissimo». E
Ardizzone, che propone di «adeguare tutti gli stipendi a quelli delle regioni a
statuto ordinario», segnala anche che bisognerebbe verificare meglio le
presenze in commissione e togliere i soldi per le assenze. Al presidente
dell’Ars, Francesco Cascio, va un’indennità extra pari a 7.724 euro
lordi al mese. I suoi due vice (Santi Formica del Pdl e Camillo Oddo del Pd)
aggiungono allo stipendio un bonus di 5.149 euro. Ci sono poi tre deputati
questori con bonus mensili da 4.642 euro mentre i due deputati segretari del
consiglio di presidenza aggiungono 3.316 euro al mese. Un bonus hanno anche i
nove capigruppo ma è distribuito dai partiti e non incide sulle spese dell’Ars.
E un bonus ha il presidente della Regione, che raggiunge così i 15.600 euro di
stipendio che ne fanno il più pagato fra i governatori italiani. Gli stessi
gettoni aggiuntivi al Senato - secondo un rapido calcolo fatto dal questore
Benedetto Adragna - vanno a un centianio di senatori: gli 88 graduati delle 14
commissioni permanenti e delle 6 speciali, più quelli delle due giunte e i
venti membri del consiglio di presidenza. Un terzo dei senatori ha bonus. In
questo modo la spesa per le retribuzioni dei deputati all’Ars si aggira sui 21
milioni mentre per i gruppi politici se ne spendono 12,6. Ma dalla prossima
legislatura, con 20 onorevoli in meno per effetto della recente riforma, si
risparmieranno circa 7 milioni all’anno.
Giacinto Pipitone,
da Gds.it del 4/1/2012