nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 5 gennaio 2012

新年快樂


“Carissimi operai, nell’esprimervi il mio vivo apprezzamento per i risultati fin qui conseguiti, auguro a voi tutti di trascorrere serenamente i due mesi di ferie previsti. Il rientro è programmato per fine febbraio, in tempo per dare il via alla produzione per il Natale 2012. Anche questa volta sarà un trionfo. Buone ferie a tutti”.

Un simile comunicato aziendale può sembrare fantascientifico (due mesi di ferie?), ma anche se è stato ideato e scritto dal redattore di questo blog, acquisisce un diverso significato se lo si legge in lingua cinese (traduzione simultanea da Google.it):
亲爱的工人,在表达我迄今取得的成果深表感,祝大家两个月的假期提供和平。返回定于二月下旬2012年圣诞节。另外这一次将是一个利。所有的快假期”.

Uno dei tanti amministratori delle 600 aziende di Yiwu, ricchissima città cinese, avrebbe potuto, infatti, redigere una lettera aziendale di cotanto tenore.
Molti si chiederanno il perché.
In sintesi si può dire così: tutto ciò che è stato acquistato, da noi occidentali, durante il periodo natalizio (gadget, palle, alberelli, decorazioni, candele, presepi, cappellini, calze, addobbi, carillon e ogni altro oggetto che ha a che fare con il Natale), è stato prodotto nelle fabbriche di Yiwu.
Il 98 per cento degli alberi (sintetici) e il 92 per cento dei regali che il mondo ha acquistato nelle festività, provengono da questa città cinese. In dieci anni Yiwu è divenuta la città più ricca della Cina e si calcola che le sue aziende producano più di 16 mila articoli natalizi a prezzi bassissimi.
Yiwu è la città simbolo del Made in China (fino a vent’anni fa era un semplice villaggio tra le risaie e i campi di grano) e oggi sono tantissimi gli operai che, oltre a guadagnare molto di più di altri operai cinesi, riescono anche a godersi due mesi consecutivi di ferie. Roba da non credere!
Fino a pochi anni fa, in terra cinese, si sconosceva del tutto la tradizione natalizia dell’occidente, oggi è un affare colossale.
Dalle nostre parti, d’altronde,  abbiamo da tempo dimenticato il significato spirituale del Natale e, quindi, non è proprio il caso di meravigliarsi più di tanto.
Per il resto: è la “globalizzazione”, bellezza!