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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 5 dicembre 2011

Lacrime


Non sappiamo se considerarle un simbolo (doloroso) della situazione economica attuale (tragica), sta di fatto che le lacrime della ministra del Welfare Elsa Fornero daranno luogo a più interpretazioni e raffigurazioni.
Al momento di pronunciare la parola “sacrificio” si blocca e non riesce più ad andare avanti: «i vincoli finanziari oggi sono severissimi: nessuna riforma nell'anno della sua introduzione da risparmi. E' un meccanismo lungo. E allora abbiamo dovuto, e ci è costato anche psicologicamente, chiedere un sacr...».
La ministra, una delle più grandi esperte in materia previdenziale, si trattiene dal piangere, le parole le muoiono in gola. Il premier Monti attende un attimo e poi interviene in soccorso: «Credo stesse per dire sacrificio, come avete capito».
Sarebbe facile accostare alle lacrime di commozione della professoressa, i litri di sangue che, da qui a breve, saranno versati da buona parte dei cittadini italiani di fronte ad una manovra rigorosissima.
Non ci resta che piangere, potremmo dire parafrasando Trosi e Benigni, ma si tratta di un gioco fin troppo facile: di fronte ad un paese sull’orlo del baratro ci permettiamo di rispettare il pianto di commozione (di rabbia?) di Elsa Fornero e non ci resta che sperare in giorni migliori per il nostro paese.