Non
sappiamo se considerarle un simbolo (doloroso) della situazione economica attuale
(tragica), sta di fatto che le lacrime della ministra del Welfare Elsa Fornero daranno
luogo a più interpretazioni e raffigurazioni.
Al momento
di pronunciare la parola “sacrificio” si blocca e non riesce più ad andare
avanti: «i vincoli finanziari oggi sono severissimi:
nessuna riforma nell'anno della sua introduzione da risparmi. E' un meccanismo
lungo. E allora abbiamo dovuto, e ci è costato anche psicologicamente, chiedere
un sacr...».
La ministra, una delle più grandi esperte in
materia previdenziale, si trattiene dal piangere, le parole le muoiono in gola.
Il premier Monti attende un attimo e poi interviene in soccorso: «Credo stesse
per dire sacrificio, come avete capito».
Sarebbe facile accostare alle lacrime di
commozione della professoressa, i litri di sangue che, da qui a breve, saranno
versati da buona parte dei cittadini italiani di fronte ad una manovra
rigorosissima.
Non ci resta che piangere, potremmo dire
parafrasando Trosi e Benigni, ma si tratta di un gioco fin troppo facile: di
fronte ad un paese sull’orlo del baratro ci permettiamo di rispettare il pianto
di commozione (di rabbia?) di Elsa Fornero e non ci resta che sperare in giorni
migliori per il nostro paese.