La
situazione è sotto gli occhi (e le tasche) di tutti, nessuno si senta escluso.
C’è chi ha
scritto che la crisi è tale che si è stati costretti a dire a Babbo Natale “che
i bambini non esistono”.
Il Codacons
ha diffuso i dati relativi alle spese natalizie degli italiani che confermano
il sostanziale crollo dei tradizionali consumi di fine anno. Sobrietà nei
regali, cenoni e pranzi più morigerati.
Le cifre
parlano di un calo del 18 per cento rispetto a quanto si è speso nel 2010.
Sostanzialmente
si è risparmiato su tutto (e tutti), dai giocattoli all’alimentazione, dai
profumi al cardigan.
Un Natale
austero e, per lo più, con regali low cost.
Babbo Natale
ha tirato la cinghia e la contrazione dei consumi ha coinvolto l’intera Europa.
Naturalmente
si prevedono sobri anche i festeggiamenti di fine anno e d’altronde non
potrebbe essere diversamente se si tiene
conto che, di questo passo, rischia di diventare più economica una bottiglia di
spumante che un litro di benzina.
Per non parlare degli aumenti in arrivo delle tariffe
di luce e gas, dell’Imu, dell’aumento dell’Irpef regionale e dell’ampliamento
dei balzelli in ogni settore.
Questi sono
i dati natalizi: meno spese e pochi consumi, e non avevamo sicuramente bisogno
dei dati ufficiali per renderci conto della situazione di austerity.
Michele Brambilla su La Stampa
parla di “legge del contrappasso”: «L’austero Natale di
quest’anno è in fondo una conferma della legge del contrappasso. La generazione
dei quaranta-cinquantenni di oggi è quella dei figli del boom, cresciuti con
Natali comunque più poveri di quello di oggi (sotto l’albero le alternative erano
due, o i soldatini o le macchinine: altro che smartphone) ma percepiti come
immensamente più ricchi perché confrontati con un passato di miseria. Nonni e
genitori ci parlavano dei loro Natali con le tessere annonarie e le am-lire
facendoci sentire in colpa, marmocchi privilegiati che non eravamo altro. Poi
con il Sessantotto l’attesa della cornucopia di dolci e giocattoli ha
cominciato a esser guastata anche dai sermoni anti-consumistici ed ecologisti:
guarda che è solo un affare di soldi, le tradizioni le inventano i padroni, lo
sai quanto si spende in alberi di Natale, e lo sai quanta energia sottraggono
tutte quelle luminarie? Oggi tocca proprio a noi, generazione colpevolizzata
per i Natali delle vacche grasse, essere rimproverati dai figli per i regali
low cost.
Ma in fondo questo Natale con il braccino corto (solo nel 2001 dopo le Torri Gemelle eravamo così depressi, dicono i dati) è anche la conferma di come noi italiani siamo sempre condannati alla nostalgia. Per anni abbiamo stigmatizzato lo scialo e rimpianto i Natali poveri ma belli; adesso ricordiamo con strazio i bei tempi dei regali inutili».
Ma in fondo questo Natale con il braccino corto (solo nel 2001 dopo le Torri Gemelle eravamo così depressi, dicono i dati) è anche la conferma di come noi italiani siamo sempre condannati alla nostalgia. Per anni abbiamo stigmatizzato lo scialo e rimpianto i Natali poveri ma belli; adesso ricordiamo con strazio i bei tempi dei regali inutili».
È difficile pensare che i quarantenni-cinquantenni di oggi
non siano d’accordo con queste considerazioni.
Così è (se vi pare)!