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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 27 novembre 2011

Match fresko

         by Marco

La Juve non può più nascondersi: è da scudetto.
I bianconeri passano 1-0 all’Olimpico di Roma con grande autorità, contro una Lazio a tratti pericolosa.
Una vittoria all’Olimpico, si sa, non è una cosa da niente, contro questa Lazio poi, quella di Miro Klose e del profeta Hernanes, che ieri ha fatto tremare la porta di Gigi Buffon calciando forte sul palo alla sua destra. Proprio Buffon  ieri sera ha salvato più volte il risultato, compiendo interventi prodigiosi tanto che Andrea Pirlo è corso ad abbracciarlo come se avesse segnato un goal: «E gratificante che un campione come lui abbia avuto un pensiero simile per un compagno di squadra. Si è campioni in tanti modi e lui ha dimostrato di esserlo con un semplice gesto. Un abbraccio che per me ha significato molto».
Le parate di Buffon testimoniano un’egregia prova della Lazio. Le occasioni fioccano da una parte e dall’altra:  «Partita equilibrata, giocata alla pari» dice Reja.
La Juve lancia un contropiede micidiale, partito da Vucinic e condotto da Matri sulla sinistra. L’assist a centro area mette Pepe in condizione di battere un rigore in movimento e l’esterno non sbaglia, firmando il suo secondo goal in due partite.
A questo punto per il club di Corso Galileo Ferraris arriva il match più difficile, senza il principino Marchisio.  Scherzo del destino, Michele Pazienza la sua prima da titolare la giocherà proprio contro il Napoli e questa volta vincere conta di più, per l’orgoglio e per la classifica. Sarebbe fuga.