C'è ancora domani
REGIA: Paola Cortellesi
INTERPRETI: Paola Cortellesi, Valerio Mastrandrea, Emanuela Fanelli, Vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli, Romana Maggiora Vergano, Francesco Centorame
SCENEGGIATURA: Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi
FOTOGRAFIA: Davide Leone
DURATA: 118'
USCITA: 26/10
Esordio alla regia di grande personalità quello di
Paola Cortellesi, per di più riservandosi un ruolo da protagonista che
conferisce spessore e delicatezza a una storia sulla forza delle donne. C’è ancora domani è un film ambientato nella primavera
del 1946 (il riferimento temporale è importante e alla fine del film si capirà
il perché) che si sofferma su ferite, dolori e voglia di emancipazione di una donna
nella Roma del secondo dopoguerra, impegnata a barcamenarsi fra le percosse dell’irascibile
marito (interpretato in modo eccellente da Valerio Mastrandrea) e la gestione
dei tre figli. Progredire all’interno di una società dalla mentalità
patriarcale significa per Delia/Cortellesi intraprendere un percorso irto di
ostacoli e solo quando la primogenita della coppia decide di fidanzarsi,
l’apparente remissività della protagonista si trasformerà, pian piano, in una
vigorosa temerarietà.Un’opera prima sorprendente che amalgama, con grande
intensità, neorealismo (scelta azzeccatissima girare il film in bianco e nero),
commedia all’italiana, situazioni drammatiche e, anche, puntuali momenti
musicali con la deliziosa scelta di inserire delle canzoni contemporanee a fare
da cornice in alcune parti salienti del film.
Tante le idee interessanti e gli accorgimenti originali.
Una sceneggiatura che permette dei passaggi narrativi in grado di emozionare e
anche far commuovere. La nostalgia racchiusa nei brevi incontri fra Delia e il
suo ex fidanzato di gioventù interpretato dal bravo Vinicio Marchioni (tenerissima
la sequenza nelle quali i due ridono dopo essersi scambiati della cioccolata e
la macchina da presa inquadra i loro sorrisi con i denti sporchi), la sincera
amicizia che la lega ad una fruttivendola (interpretata con efficace
espressività da Emanuela Fanelli), il rapporto in continua trasformazione con
la figlia (Romana Maggiora Vergano).
Una regia accurata che si contraddistingue anche nelle
parti più ironico-sarcastiche.
Si sorride assistendo alle chiacchere delle petulanti
vicine di casa, l’ironia è dissacrante durante la veglia funebre del suocero,
il pranzo con i possibili consuoceri è un tradizionale quadretto dal graffiante
effetto.
Un film sulla condizione delle donne che affronta
tematiche che continuano a essere presenti nella nostra società contemporanea.
Nella scena finale l’ingegnoso espediente scelto è un
vero e proprio canto libero sull’impegno civile e sul riscatto di chi decide di
difendere la propria dignità, guardando alle possibilità che può riservare il
futuro.
Canzone del giorno: A bocca chiusa (2013) - Daniele Silvestri
Clicca e ascolta: A bocca chiusa....