Il popolo ha parlato e ha scelto il centrodestra e Giorgia Meloni, che ha divorato Salvini e ha trasformato la maggioranza relativa dei voti in maggioranza assoluta dei seggi, grazie al Rosatellum semi maggioritario. Le sue prime dichiarazioni notturne sono state molto prudenti, pur senza nascondere l’orgoglio per essere passata in 10 anni dall’1,9 al 26%. Ma questo risultato clamoroso si è realizzato a spese dell’alleato leghista sconfitto e umiliato anche nelle sue storiche roccaforti del Nord e questo potrebbe complicare la formazione del governo, mentre il vecchio Berlusconi, pur dimezzando i voti rispetto al 2018, ha resistito e potrebbe diventare l’ago della bilancia della coalizione. Poi, come ha ricordato Conte, l’altro vincitore delle elezioni con la rimonta al Sud a difesa del reddito di cittadinanza, il centrodestra è maggioranza in Parlamento ma non nel Paese, dove ribollono tensioni e timori per il futuro che hanno fatto aumentare le astensioni. Bruciante la sconfitta di Letta, del suo progetto di campo largo e del suo richiamo al voto utile, che ha sortito l’effetto opposto. Inferiore alle aspettative il risultato di Calenda-Renzi, che falliscono il progetto di impedire la vittoria della destra per tenere Draghi a Palazzo Chigi. Cancellati Di Maio, che non rientra in Parlamento, e gli estremisti Paragone, De Magistris e Rizzo. Adesso la sovranista postfascista Meloni deve affrontare gli esami dell’affidabilità europea e della fedeltà alla Costituzione nata dalla Resistenza. Per ora, le congratulazioni le sono arrivate dalla Le Pen, dal premier polacco Morawieski, dal neo franchista spagnolo Abascal e dai sovranisti tedeschi di Adf. Speriamo che arrivino anche quelli di Macron, Scholz e Von der Leyen
Paolo Mazzanti (26/9/2022), da inpiu.net
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