A quanto pare era stata venduta la villa di Mike Tyson: una specie di reggia degna della Xanadu cantata da Coleridge. Vantava diciotto camere degli ospiti, utili – immaginai – per quelle occasioni in cui ti capitano in casa due squadre di baseball senza preavviso. I bagni erano trentotto – a quanto pare Tyson non gradiva bussare alla porta gridando: “Hai finito?” C’erano sette cucine, una cascata, un imbarcadero, una discoteca, una grande palestra e un’enorme sala cinematografica. La richiesta iniziale era di ventun milioni di banconote del governo statunitense, scesa poi a un più sobrio ammontare di quattro milioni: o il compratore era un ipnotizzatore provetto, o al posto mancava qualcosa di essenziale, come un silo missilistico. [...] Se ci tiene davvero a questa casa,” ghignò sadicamente la Barracudnick, “alzerei la sua offerta.” “Ma abbiamo ancora sul groppone la casa vecchia,” strillai come Madama Butterfly. “Si faccia fare un prestito ponte,” propose l’agente immobiliare, con un sorriso che Faust avrebbe riconosciuto. “Le posso consigliare una finanziaria. Giusto per tirare avanti finché non si sbarazza del suo elefante bianco.” “Elefante bianco? Prestito ponte? Se solo riuscissimo a prendere due milioni e mezzo...” strisciai. “O anche quello che abbiamo pagato,” disse la mia dolce metà, già tentata di donare l’appartamento alla municipalità di New York come centro per il parto, guadagnandoci una detrazione fiscale. Con spirito missionario, il signor Vigorish, della finanziaria Trangugia & Divora, estrasse la siringa dal mio braccio e sfregò sul foro un tampone imbevuto d’alcol. “Tenga premuto,” disse. “Così non le viene un ematoma. Le ho preso solo qualche litro, a mo’ di acconto.” “Ma non è un po’ azzardato il diciannove per cento?” borbottai. “Soprattutto con questi chiari di luna...” “Ehi, gli ebrei del New Jersey chiedono il venticinque per cento, e ti fracassano le rotule se sei in ritardo con le rate. Noi ci limitiamo a requisire la garanzia.” Lieto di essere uscito intero da una difficile trattativa e fiero del mio netto rifiuto di usare le mie figlie a garanzia del prestito, firmai il contratto mentre gli occhi da lupo di Vigorish mi guardavano come se sotto la mia giacca di tweed Ralph Lauren ci fosse un piatto di costolette d’agnello. “Adesso abbiamo due case,” annunciai a mia moglie con voce belante, mentre cercavo la capsula di cianuro che il mio commercialista mi aveva dato nel caso gli eventi avessero preso una brutta piega
Woody Allen, Zero Gravity (2022) - "Park Avenu, piano alto. Vendi o buttati"
Canzone del giorno: Manhattan (1956) - Ella Fitzgerald
Clicca e ascolta: Manhattan....