«Basta un dato per capire: il 29 settembre avevamo 50 mila infetti attivi».
Poi
cosa è successo?
«L'
unica cosa che è successa di diverso è stata la riapertura delle scuole».
Dunque
secondo lei non dobbiamo riaprire le scuole?
«No,
non dico questo».
Cosa
allora?
«Intanto
dobbiamo capire che metà del paese è legato in qualche modo alle scuole, e
quindi agire soprattutto in quel che succede fuori dalle scuole. E poi bisogna
dividere il problema».
Cioè?
«Il
punto problematico sono i liceali, gli studenti delle superiori, quelli delle
medie non influiscono in maniera significativa nella variazione dell' Rt».
Pensa
che si dovrebbero tener quindi chiusi gli istituti superiori?
«Penso
che da qui al 7 gennaio, quando gli studenti delle superiori dovrebbero tornare
sui banchi, ci sono cinque settimane molto preziose durante le quali si possono
mettere a punto le precauzioni che fino ad ora sono state ignorate».
Quali?
«Il
problema più importante per gli studenti delle superiori non è tanto quello che
avviene all' interno della scuola, ma quello che succede fuori».
Cosa
intende?
«Prima
di tutti i trasporti. È inutile fare il distanziamento nelle aule quando si
fanno viaggiare i ragazzi su autobus pieni. Se non stiamo attenti a questo la
terza ondata sarà inevitabile. (...)
A
metà gennaio dovrebbe arrivare il vaccino?
«Si,
e vorrei fare una provocazione da fisico, se posso».
Prego.
«Dagli
studi che sono stati fatti, e in parte anche da quello che ho appena esposto,
viene fuori che il maggior contagio arriva dai ragazzi tra i 15 e i 20 anni. In
gergo si dice che sono una "sorgente"».
E
allora?
«Io
tra vaccinare prima tre milioni di liceali o 26 milioni di over 50 vaccinerei
prima i liceali così da eliminare la sorgente dei contagi».
Prof.Roberto Battiston (Fisico) - Corriere della Sera (2/11/20) - Intervista di Alessandra Arachi