“Canzoni d’amore altamente nocive per un
cuore già troppo pulsante”
Canzoni intense e seducenti, per niente nocive all’ascolto, quelle
venute al mondo grazie alla vena ispirativa di Samuele Bersani. Dopo sette anni
dal suo precedente album (un periodo veramente lungo) il cantautore invita ad
abbandonarsi alla percezione di dieci inediti, ognuno dei quali contraddistinto
da un testo ricco di densità emotiva e da un arrangiamento efficace.
Dieci canzoni che sembrano materializzarsi in piccoli
cortometraggi abbinati a delle melodie che, nell’insieme, sembrano quasi una
colonna sonora immaginaria. A partire da ”Pixel”, brano d’apertura dell’album,
il cui protagonista “profuma come un principe / decaduto e andato a sbattere / Che
ha perso il regno in una notte / Davanti a una slot”. Un testo che parla di
rabbia e sofferenza.
In altri brani, invece, riesce a cogliere le dipendenze
tecnologiche dell’epoca attuale (“Scorrimento verticale”) o a ricordarci
l’eterno duello fra il passato e il presente come accade nell’intensa “Il tuo
ricordo”.
In un periodo in cui gli abbracci sono stati messi al bando, le
canzoni del cantautore avvolgono con dei testi che riescono anche a essere
freschi e densi, come accade in “Le Abbagnale”, storia di amicizia di due
ragazze per le quali “Le ha unite una città / Rimasta a lume di candela / Ma la
loro personale carica di elettricità / Riaccenderebbe Roma intera”. E poi la
carica di speranza che trasmette Harachiri attraverso la trasformazione di un
uomo sull’orlo della depressione che, come per miracolo, rinasce dall’’abisso
nel quale si era cacciato: “Poi dopo una serie di giorni infelici / Venne fuori
vestito di bianco / Sembrava una lucciola in mezzo a un blackout”.
Un cantautore che sembra chiudersi nel mondo dei suoi sentimenti ma che, nello stesso tempo, riesce in modo apprezzabile a divulgare la sua intimità e fantasia.