L’acqua alta siamo noi. Questo feroce vento di scirocco che non smette di soffiare sulla morte di Venezia siamo noi. L’alluvione siamo noi.
Le lamentele non servono a niente ma affinché possa darsi espiazione e rinascita, la lamentazione, il canto solenne che esprime dolore e rammarico, l’ammissione delle colpe e l’espulsione dei colpevoli, quella è necessaria.
E allora, in quest’alba livida, a questo cielo plumbeo sotto la cui cappa di piombo lottiamo a mani nude contro i fanghi eterni, dobbiamo gridare con voce potente che sei sono le cause della sommersione di Venezia. Tre sono senza tempo e senza autore: la luna, la faglia adriatica, l’argilla. Ma le altre tre sono figlie della storia: lo sfruttamento delle falde, il surriscaldamento climatico, lo scavo dei canali. Della storia e degli uomini: della loro avidità, della loro inettitudine, della loro ignoranza.
Venezia non è solo sommersa da un’onda di mare che entra dai canali scavati per il transito delle petroliere e delle grandi navi, è sommersa anche da un’onda turistica e, soprattutto, da un’onda di malaffare, di cattiva amministrazione e cattiva coscienza. Siamo abituati ad attenderci la catastrofe dal futuro ma, poi, una mattina ti svegli e scopri di essere già a valle del punto di rottura. Ebbene, quella mattina triste è arrivata.
L’«acqua granda» che ha sommerso Venezia in questi giorni non è soltanto una catastrofe ambientale. È anche una catastrofe culturale, civile, politica e demografica. E non appartiene alla cronaca ma alla storia. È un’alta marea corrosiva che sale da almeno cinquant’anni sui marmi della gloriosa Basilica di San Marco.
Antonio Scurati, Corriere della Sera (17/11/2019)
E allora, in quest’alba livida, a questo cielo plumbeo sotto la cui cappa di piombo lottiamo a mani nude contro i fanghi eterni, dobbiamo gridare con voce potente che sei sono le cause della sommersione di Venezia. Tre sono senza tempo e senza autore: la luna, la faglia adriatica, l’argilla. Ma le altre tre sono figlie della storia: lo sfruttamento delle falde, il surriscaldamento climatico, lo scavo dei canali. Della storia e degli uomini: della loro avidità, della loro inettitudine, della loro ignoranza.
Venezia non è solo sommersa da un’onda di mare che entra dai canali scavati per il transito delle petroliere e delle grandi navi, è sommersa anche da un’onda turistica e, soprattutto, da un’onda di malaffare, di cattiva amministrazione e cattiva coscienza. Siamo abituati ad attenderci la catastrofe dal futuro ma, poi, una mattina ti svegli e scopri di essere già a valle del punto di rottura. Ebbene, quella mattina triste è arrivata.
L’«acqua granda» che ha sommerso Venezia in questi giorni non è soltanto una catastrofe ambientale. È anche una catastrofe culturale, civile, politica e demografica. E non appartiene alla cronaca ma alla storia. È un’alta marea corrosiva che sale da almeno cinquant’anni sui marmi della gloriosa Basilica di San Marco.
Antonio Scurati, Corriere della Sera (17/11/2019)
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