nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 22 marzo 2019

Messaggero

Nell'agosto scorso la sedicenne Greta Thunberg ha cominciato a presidiare il Parlamento svedese — prima ogni giorno, poi tutti i venerdì — con un cartello che annunciava uno “sciopero scolastico per il clima”. Neppure lei avrebbe potuto immaginare che, appena sette mesi dopo, al suo appello avrebbero risposto tanti studenti e tante altre persone, in tutto il mondo, come è successo ieri. Anche a Milano, Roma e in moltissime altre città italiane , le manifestazioni hanno colorato piazze allegre, probabilmente entusiaste anche di essere così lontane dalla politica organizzata e dai suoi discorsi opachi.
Nulla è più oggettivamente allarmante dello stato di salute del pianeta, ma il messaggio “salviamo la Terra” – sia per esorcismo o denegazione freudiana, sia per pura e semplice irresponsabilità – è considerato banale, agitato da specialisti in cerca di popolarità personale, incapace di procurare qualcosa più di qualche voto, qualche articolo di giornale, qualche copia di libro venduta, qualche documentario enfatico. Invece, è “politicamente scorretto”, e quindi divertente, negare il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci eterni, i cambiamenti climatici. Fa più caldo, c’è più sole, cosa avete da protestare?
È certo starno che una singola teenager abbia mobilitato, si può dire, il mondo attorno a un problema così vasto, e tanto risaputo quanto negletto. In realtà si tratta di un fenomeno tipico della comunicazione temporanea e possiamo definirlo come la prevalenza del messaggero sul messaggio. Ancor prima delle parole della studentessa, il suo volto determinato e il suo “essere là” hanno catalizzato l’attenzione. Nel tempo ha incuriosito, stupito, convinto e infine diviso. Oggi c’è chi l’ha candidata al Nobel per  la Pace e chi la trova funzionale a una retorica ipocrita, arrivando anche ad insultarla. Greta Thunberg ha insomma fatto centro. (…)
Ad avere un corpo, e a usarlo per attrarre consensi irriflessi, non solo capi e capitani. Senza un corpo, senza cioè incarnarsi in una figura di umanità credibile, nessuna idea riesce a diffondersi. È così che la battuta scettica “qtesto lo dici tu” da denuncia di dubbio diventa annuncio di interesse. Succede quando il “tu” ha la forza di una presenza, come oggi è il caso di Greta Thunberg. Può sembrare una sconfitta della Ragione, sul piano astratto; ma irrazionale sarebbe invece rifiutarsi ancora di ammetterlo.


Stefano Bartezzaghi, La Repubblica (16/3/2019)

Canzone del giorno: The Messenger (2008) - Likin Park
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