REGIA: Bryan Singer
INTERPRETI: Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Aidan Gillen, Tom Hollander
SCENEGGIATURA: Anthony McCarten
DURATA: 106'
USCITA: 29/11
13 luglio 1985. Bob Geldof e Midge Ure riescono ad organizzare il Live Aid, concerto-evento in più parti del mondo per ricavare fondi contro le carestia in alcuni paesi africani. La partecipazione degli artisti rock del tempo è entusiasmante. Nello stadio di Wambley si esibiscono Elton John, David Bowie, gli U2. Quel giorno, però, sono i Queen coloro che, durante i loro venti minuti di performance, riusciranno ad ammaliare maggiormente la folla.
La prima scena di Bohemian Rhapsody, il film sui primi 15 anni dei Queen, ricostruisce i secondi di phatos che portano Freddy Mercury a fare il suo ingresso sul mega parco londinese. Dopodiché la sceneggiatura del film sposta le lancette al 1970, quando Bryan May, Roger Tylor e Freddy Mercury (all'anagrafe Farrokh Bulsara, di origini Parsi) decidono di unire i loro talenti per mettere in piedi una band.
Il film è avvincente e, in molte parti, anche molto emozionante. Riesce con grazia a ripercorrere i momenti più rappresentativi di uno dei gruppi musicali più famosi della storia e coinvolgere lo spettatore con le vicende personali del loro performer, genio e sregolatezza nonché voce a anima della band.
Il bravissimo Rami Malek riesce con naturalezza a riportare in vita il talento e la solitudine di un uomo colmo di contrasti interiori. I due registi che si sono avvicendati sono riusciti a ben amalgamare tanti momenti e dettagli che, era risaputo, avrebbero diviso la critica e molti sostenitori del gruppo.
Per meglio abbandonarsi alle quasi due ore del film basta non considerare Bohemian Rhapsody come un film soltanto biografico e lasciare ai margini le diatribe di chi, da fan sfegatato, ci ricorda che l'incontro fra Freddy e il resto della band non sia stato del tutto causale come enfatizzato nella pellicola ovvero che il rapporto del performer con Mary Austen, sua amica-compagna, non sia nel film del tutto aderente a quanto realmente accaduto.
La suggestione delle canzoni, le vicende del successo della band, l'avvincente forza creativa di Freddy Mercury, insieme ai drammatici momenti che hanno caratterizzato la sua vita, riescono a far spiccare il volo a un film "romantico" e grintoso.
Alla fine del film la "riunificazione" fra Freddy e il resto della band ci fa assaporare il gusto dell'amicizia e della forza del rock. Proprio per questo motivo la "ricostruzione" di quei famosi minuti nello stadio di Wembley, con più di 70.000 persone ammaliate dalla forza trainante di Radio Ga Ga, We Are The Champions e di Bohemian Rhapsody, rappresenta un finale dal forte impatto e decisamente coinvolgente.
La prima scena di Bohemian Rhapsody, il film sui primi 15 anni dei Queen, ricostruisce i secondi di phatos che portano Freddy Mercury a fare il suo ingresso sul mega parco londinese. Dopodiché la sceneggiatura del film sposta le lancette al 1970, quando Bryan May, Roger Tylor e Freddy Mercury (all'anagrafe Farrokh Bulsara, di origini Parsi) decidono di unire i loro talenti per mettere in piedi una band.
Il film è avvincente e, in molte parti, anche molto emozionante. Riesce con grazia a ripercorrere i momenti più rappresentativi di uno dei gruppi musicali più famosi della storia e coinvolgere lo spettatore con le vicende personali del loro performer, genio e sregolatezza nonché voce a anima della band.
Il bravissimo Rami Malek riesce con naturalezza a riportare in vita il talento e la solitudine di un uomo colmo di contrasti interiori. I due registi che si sono avvicendati sono riusciti a ben amalgamare tanti momenti e dettagli che, era risaputo, avrebbero diviso la critica e molti sostenitori del gruppo.
Per meglio abbandonarsi alle quasi due ore del film basta non considerare Bohemian Rhapsody come un film soltanto biografico e lasciare ai margini le diatribe di chi, da fan sfegatato, ci ricorda che l'incontro fra Freddy e il resto della band non sia stato del tutto causale come enfatizzato nella pellicola ovvero che il rapporto del performer con Mary Austen, sua amica-compagna, non sia nel film del tutto aderente a quanto realmente accaduto.
La suggestione delle canzoni, le vicende del successo della band, l'avvincente forza creativa di Freddy Mercury, insieme ai drammatici momenti che hanno caratterizzato la sua vita, riescono a far spiccare il volo a un film "romantico" e grintoso.
Alla fine del film la "riunificazione" fra Freddy e il resto della band ci fa assaporare il gusto dell'amicizia e della forza del rock. Proprio per questo motivo la "ricostruzione" di quei famosi minuti nello stadio di Wembley, con più di 70.000 persone ammaliate dalla forza trainante di Radio Ga Ga, We Are The Champions e di Bohemian Rhapsody, rappresenta un finale dal forte impatto e decisamente coinvolgente.
Canzone del giorno: Bohemian Rhapsody (1975) - Queen
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