Nessuno ci ridarà più i mangianastri, i radioregistratori, i walkman, le autoradio di quando eravamo piccini. Le musicassette, invece, sì. A ridarcele è Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che diffonde il suo nuovo album anche in quel formato, ormai quasi del tutto desueto. Persino il nome, «musicassetta», ai trentenni di oggi andrà scandito e spiegato.
Tipica «parola valigia», al pari di «cantautore» o «videofonino», la «musicassetta» generava musica col trascinamento di un nastro, tramite due rotelle dentate. La si comprava o già incisa o vergine, da incidere magari da un disco prestato da un amico. A volte il mangianastri se la mangiava davvero: il nastro si infilava nelle spire del riproduttore e andava estratto con delicatezza (non propiziata dal nervosismo procurato dall'accidente) e poi riarrotolato con i favori di una matita, nei casi più gravi smontando l'involucro della cassetta musicale.
Ora che gli appositi apparecchi sono pressoché scomparsi, forse ascolteremo Jovanotti in cd o in vinile e la musicassetta ci limiteremo a guardarla. Era un oggetto povero e anche fragile: ma è stato un grande oggetto di affezione, cosa che al tecnologico cd non è riuscita mai.
Stefano Bartezzaghi, la Repubblica (1/12/2017)
Canzone del giorno: Ragazzini per strada (2017) - Jovanotti
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