Sulle elezioni siciliane di domani si sta
concentrando un’attenzione mai vista prima. Se ne occupano, non solo i media
nazionali, ma anche giornali, siti e tv straniere, a dimostrazione che
l’appuntamento del 5 novembre è considerato decisivo, non solo dai leader che
battono le piazze delle maggiori città, e non soltanto per i destini
dell’isola, ma dell’Italia e perfino dell’Europa. L’ipotesi, non del tutto
fuori dalla realtà, che i 5 Stelle possano conquistare la Regione - ipotecando
un’eventuale vittoria anche nel prossimo voto delle politiche e rompendo la
rete di sicurezza che ha fin qui impedito ai principali Paesi europei di finire
nelle mani dei populisti -, sta creando un’ansia simile a quella vissuta
quest’anno alla vigilia delle consultazioni in Francia, Olanda, Germania e
Austria, per non dire del pasticcio della Catalogna.
Naturalmente non è affatto detto che
succeda per davvero, e conviene prendere con le pinze i sondaggi che vedono
testa a testa il candidato del centrodestra Musumeci, favorito fino a un mese
fa con oltre 10 punti di vantaggio e ora in affanno, e quello M5S Cancelleri,
che negli ultimi giorni lo ha agganciato.
Marcello Sorgi, La Stampa (4/11/2017)
Non si scaldano neanche le città dei
candidati in questa strana campagna elettorale che mobilita i leader nazionali
ma lascia indifferente la gente comune. (…) Comunione e Liberazione ha
elaborato un documento pieno di dati drammatici, che hanno rischiato di
rimanere sotto traccia in questa campagna tutta “nazionale”: il 23,5 per cento
di giovani che lascia gli studi senza nemmeno terminare le superiori; il 39,9
per cento della popolazione siciliana a rischio povertà; una percentuale di
giovani che nemmeno cercano un lavoro (Neet) oltre il 40 per cento.
Angelo Picariello, Avvenire (4/11/2014)
Lei
ha proposto di abolire lo Statuto siciliano. La Lombardia e il Veneto lo
agognano….
«Indipendentismi,
autonomismi e secessionismi sono privilegi dei popoli ricchi. Le risulta che la
Sicilia sia ricca?».
Domenica
lei che farà?
«Sarò coerente con la mia battaglia
politica -culturale. In questi mesi ho fatto una campagna “lettorale”, non ho
portato nelle città un candidato ma un libro. Non mi sono appoggiato alle
sezioni ma alle librerie. E quello che ho cercato di dire a me e ai siciliani è
la necessità di avere coscienza della situazione e di non ubriacarsi della
peggiore delle illusioni: credere, cioè, che un cambiamento passi attraverso un
nuovo parlamento, un nuovo presidente. Senza un trauma forte e definitivo la
Sicilia non si risveglierà».
Pietrangelo
Buttafuoco (Il Tempo, intervista di Antonio Rapisarda – 3/11/2017)
Canzone del giorno: In and Out of the Shadows (1975) - Dion
Clicca e ascolta: In and Out....