In un macabro gioco di specchi che riflette le immagini della mattanza islamista a Londra e il panico in piazza san Carlo a Torino, verosimilmente innescato dalla demenza alcoolica di pochi (un gesto, una parola, un oggetto, si vedrà), e che sovrappone il Terrore e la sua semplice proiezione, la notte di sabato 3 giugno consegna il Paese a una nuova emergenza. Tutta italiana e figlia della paura. Che denuncia la spiccata vulnerabilità psicologica del Paese. E descritta da una sola parola. «Psicosi». (...) Del resto, la circostanza che la psicosi di Torino abbia fatto più feriti e consegnato a un movimento di piazza inconsulto migliaia di persone rispetto all’attentato alla Manchester Arena, dove una bomba è esplosa per davvero, è un dato che segnala un rischio specifico del nostro Paese e ne mette a nudo la sua intima fragilità. Circostanza da sempre in cima all’agenda delle valutazioni dei nostri apparati di sicurezza, ma, da sabato notte, evidente agli occhi di chiunque. Con lo spettacolo di una piazza impazzita che ci ricorda come in un Paese come il nostro dal forte deficit di cultura della «sicurezza» (in questo caso nell’accezione inglese della parola “safety”, dunque di protezione civile) il rischio è trasformare ogni evento pubblico di grande richiamo in una scommessa al buio. (...) Nonostante un punto resti ancora assai opaco. Vale a dire il mancato divieto di vendita di bevande in bottiglie di vetro, che sono poi diventate il micidiale tappeto acuminato su cui la folla impazzita si è massacrata fuggendo.
Carlo Bonini, la Repubblica (5/6/2017)
Canzone del giorno: Psychosis (2008) - Poets of the Fall
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