Possiamo considerare gli esseri umani soltanto dei numeri? I bambini e tutti i minorenni che muoiono lungo la pericolosa rotta del Mediterraneo rappresentano soltanto un mero elenco di naufraghi sfortunati?
L'Unicef, in occasione del vertice G7 a Taormina, ha "urlato" delle cifre che rendono (macabro) il concetto.
In quell'acqua salata fra il Nord Africa e l'Italia sono morti non meno di 200 minorenni negli ultimi cinque mesi. Se vogliamo parlare di dati statistici, più i un bambino al giorno è morto fra le onde marine.
Nonostante i grandissimi rischi, il numero dei rifugiati e dei migranti che provano a raggiungere l'Europa è in costante aumento.
I ritardi della politica, delle istituzioni europee e di tanti che devono trovare adeguate soluzioni a un dramma di dimensioni bibliche, sono sotto gli occhi di tutti. Si attende, con ansia sempre maggiore, una risposta comune per la gestione degli esodi.
"Un numero maggiore di bambini sta affrontando la rotta del Mediterraneo Centrale per raggiungere l'Italia. Ciò significa che, per questo motivo, stanno morendo ancora più bambini", ha detto Justin Forsyth, vice direttore generale di Unicef, "un numero record di 26.000 bambini non accompagnati e separati è arrivato in Italia lo scorso anno, ma se il trend attuale continuerà, questo dato sarà ampiamente superato nel 2017. Non è un record di cui andare fieri, ma un monito del nostro fallimento collettivo nell'assicurare a questi bambini rifugiati e migranti sicurezza e benessere".
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