Prima di tutto i testi. Incisivi e profondi. Semplici e genuini. Schietti ed efficaci.
Un Dario Brunori in stato di grazia sprigiona la sua creatività e il risultato finale è l'album "A casa tutto bene" firmato Brunori Sas.
Ispirato come sempre dalla quotidianità, il cantautore cosentino stavolta offre di se un lato meno sarcastico e nostalgico ma sicuramente più maturo e riflessivo. Un prezioso lavoro che trasmette tante istantanee di vita fra gioie, dolori e disincanti.
Le melodie delle 12 canzoni sono tutte immediate e convincenti.
Chi ha seguito, all'inizio dell'anno, lo speciale che Sky Arte ha dedicato, con la regia di Giacomo Triglia, al nuovo lavoro di Brunori Sas, ha avuto modo di percepire che, nella vecchia masseria calabrese di S.Marco Argentano adibita a studio di registrazione, la band storica del cantautore è riuscita a trovare la giusta dimensione creativa per meglio sostenere i vari testi dell'album.
Fra percussioni, sintetizzatori, tastiere, violoncelli e mandolini il viaggio compositivo di Brunori si trasferisce in tanti teatri italiani per un tour che sta consacrando il successo dell'autore.
Lo abbiamo seguito in una suo live e possiamo affermare che sul palco l'efficace miscela fra musica e testi si espande in maniera magica. Le sue canzoni ammaliano il pubblico. L'apertura del sui concerti è tutta dedicata al nuovo album e al centro di tutto stanno i testi. Si parte con "La verità" ("Te ne sei accorto, sì, Che passi tutto il giorno a disegnare quella barchetta ferma in mezzo al mare e non ti butti mai?" ), si prosegue con "L'uomo nero", si alza il tono con "Canzoni contro la paura" (Canzoni che parlano d'amore, perché alla fine dai di che altro vuoi parlare? Ché se ti guardi intorno non c'è niente da cantare, solamente un grande vuoto che solo a guardarlo ti fa male"), si propongono gli altri pezzi ("Lamezia-Milano", "La vita liquida") che costituiscono l'ossatura stabile della prima parte dell'album.
Lo spettacolo prosegue alternando i nuovi brani a quelli dei precedenti album. Un mix corposo, coinvolgente e con lo spazio finale completato da due delle canzoni più interessanti dell'album, "Don Abbondio", metafora di tante cose e di tanti timori che contraddistinguono la paura di agire dell'uomo contemporaneo ("Don Abbondio nelle scuse, nelle giustificazioni, nelle statue, nelle piazze, nelle commemorazioni, nella voce di un padrone che non devi nominare, nella bocca che si apre solamente per mangiare") e "Secondo me", canzone che tende a sottolineare la condizione di ripetuta discussione interiore a cui non ci si deve sottrarre ("Secondo me hanno ragione anche i vegani / ci incazziamo per i cani abbandonati poi ci ingozziamo di insaccati / e in fondo dai, parliamo sempre di Salvini, di immigrati e clandestini / ma in un campo rifugiati /a noi non ci hanno visto mai").
Dario Brunori ci delizia con la forza dei suoi testi e con la convincente energia che cattura chi segue un suo spettacolo dal vivo.
Canzone del giorno: La verità (2017) - Brunori Sas
Clicca e ascolta: La verità....