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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 21 marzo 2017

Prisoner

Voce asciutta e malinconica quella di Ryan Adams. Il mese scorso è uscito Prisonier, sedicesimo album della carriera del songwriter del North Carolina.
Ancora una volta viene fuori l'efficacia melodica dell'artista e la consistenza dei suoi testi in grado di descrivere la sua esperienza di vita, spesso tormentata. 
Se in passato ha confessato la sua dipendenza dalla droga, oggi è la separazione dalla moglie, dopo sei anni di matrimonio, ad avere influenzato testi e arrangiamenti. 
Ancora una volta la creatività artistica strettamente connessa a disagi emotivi individuali. 
Il risultato complessivo è buono e all'insegna di una regolarità artistica che fa di Ryan Adams un convincente compositore in grado di rielaborare e aggiornare ai nostri giorni la grande tradizione della musica d'autore statunitense. 
I brani di Prisoner hanno un'adeguata ispirazione fra country e indie-folk. 
Dolenti ballate (Doomsday, Haunted House), composizioni rabbiose (Shiver and Shake), raffinate melodie rock (Do You Still A Love Me?), eccelsi arpeggi di chitarra acustica (Breakdown, Outbound Train). 
Ispirato e accattivante.


Canzone del giorno: Do You Still A Love Me?  (2017) - Ryan Adams
Clicca e ascoltaDo You....