nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 2 gennaio 2017

Vivere

La notte di Capodanno è un inno alla gioia di vivere. Un calice di speranza si alza anche negli angoli più tormentati del mondo. Ma il terrorismo è un inno alla morte e nessun simbolo di pace, di gioia, di speranza è risparmiato. Dopo il mercatino di Natale a Berlino, il ballo di Capodanno a Istanbul. Al Reina club, affacciato sul Bosforo, è andato in scena, come in un film già visto, l’orrore del Bataclan a Parigi, le raffiche di mitra che falciano decine di giovani e spengono, con la vita, brindisi, auguri, musica.  In una tragica continuità con l’anno che si è chiuso, è evidente la volontà di aggredire e ammutolire tutto ciò che agli occhi del terrorismo rappresenta il nostro modo di stare insieme, festeggiare e divertirsi, la festa religiosa e la festa pagana, i riti di Natale e Capodanno, la libertà di movimento, la ritualità quotidiana, soprattutto nell’universo giovanile, di ritrovarsi, ascoltare musica, ballare. Banalmente lo «stare insieme», che così diventa bersaglio mobile, facilmente perseguibile, più dei cosiddetti obiettivi sensibili o istituzionali. Perché lo stare insieme è un «sempre» e un «dovunque», senza confini. È lo stile di vita della modernità e della globalizzazione, che non appartiene solo all’Occidente e, forse, non casualmente, l’ultimo attacco avviene sul Bosforo, nella città-ponte, secolare crocevia di civiltà e costumi diversi. (...) In questi anni terribili, abbiamo barattato un po’ di libertà con un po’ di sicurezza, siamo costretti a riflettere sui nostri spostamenti, su viaggi e ritrovi dei nostri figli, corriamo il rischio che la paura ingeneri irrazionali chiusure, derive razziste, ricerche di capri espiatori, dimenticando quanti cittadini di diversa origine e religione ci sono fra i «nostri» morti. Di fronte a un nemico così subdolo, la legittima difesa dell’umanità, affidata alla Comunità internazionale, dovrebbe essere possibile e unanime. Nella nostra quotidianità, dobbiamo difenderci con lo stesso spirito dei londinesi sotto le bombe di Hitler: continuare a vivere. Non è facile, se il sangue copre anche gli auguri di Capodanno. Il «venditore di Almanacchi» di Leopardi promette sempre un anno migliore del precedente. E noi ce lo auguriamo, credendoci, almeno per una notte. A Istanbul, l’illusione è morta subito. 

Massimo Nava, Corriere della Sera (2/1/2017)

Canzone del giorno: Survival (2013) - Muse
Clicca e ascoltaSurvival....