"Ostaggi in un mondo che si chiude" è il titolo dell'editoriale con il quale Elena Loewenthal, su La Stampa di oggi, parla delle angosce di tutti all'indomani della strage di Monaco e di fronte al progressivo stillicidio di follia che invade l'attuale periodo storico: "Dopo Parigi, Bruxelles, Istanbul, Dacca e Nizza ora è la volta di Monaco di Baviera. Terrore, morti, sangue e orrore aggrediscono la nostra vita quotidiana trasformando questa estate in una sorta di roulette russa per chiunque voglia uscire di casa, andare ad un caffè o in vacanza. O abbia dei figli in viaggio. È soprattutto il timore per i nostri cari, lontani anche solo per pochi giorni, che si avventa su di noi". Timori. Preoccupazioni. Paure. La libertà di tutti soffocata ancor di più in questi tristi giorni estivi: "Abbiamo insegnato ai nostri figli che il mondo è aperto, libero, che è più piccolo di una volta perché le distanze si accorciano. Abbiamo abbattuto i confini del nostro mondo, abbiamo visto il loro sorriso quasi incredulo quando indicavamo col dito i posti di confine alle frontiere, raccontando che un tempo ci voleva il documento per passare. E l’abbiamo fatto per loro, in fondo: reso il mondo più piccolo perché i nostri figli avessero una vita più piena, più libera, più carica di speranze e opportunità". Più carica di speranze e opportunità e non una vita insidiata da violenza gratuita, nichilista, assurda. Il rischio è quello di cadere in una sorta di paralisi, di costrizione che riduce sempre più, giorno dopo giorno, la libertà di ognuno di noi.