Il
Governo difende la bontà della riforma della Scuola.
In
piazza i professori, invece, contestano con animosità il decreto.
Dal
ministero dichiarano di avere lavorato un anno intero coinvolgendo i
protagonisti del mondo della scuola, la maggioranza, l’opposizione e,
naturalmente, i sindacati.
C’è
chi parla di “scuola” ma intende parlare di “occupazione”; c’è chi critica il
sistema dei test e chi lo sostiene; c’è chi vorrebbe parlare di didattica, di studenti e
chi, invece, vorrebbe capire come finanziare ogni Istituto dalle Alpi al
Lilibeo.
E
poi c’è Renzi che in maniche di camicia e con i gessetti colorati in mano,
spiega alla lavagna i benefici della sua “buona scuola” attraverso un’operazione mediatica che, come
hanno scritto alcuni giornalisti, ruba la scena ai suoi contestatori, ossia i
tanti docenti che non sono d’accordo con l’impostazione della riforma e
criticano aspramente, ad esempio, il ruolo predominante del dirigente
scolastico.
Se
da un lato Renzi sostiene che: “il preside non farà mai lo sceriffo, ma sarà il
responsabile di una comunità, insieme agli studenti e alle famiglie”,
dall’altro sono in tanti (e non soltanto fra gli insegnanti) a pensare che il
nuovo ruolo del dirigente scolastico, tracciato dalla riforma, permetterà agli
stessi di acquisire un potere oltre misura nella scelta dei docenti più adatti
al completamento dell’offerta formativa.
I
poteri discrezionali, d’altronde, hanno sempre qualcosa di nebuloso e non si
capisce bene come si effettuerà un vero e trasparente controllo sull’operato di
tanti presidi.
Nella sostanza sembra proprio difficoltoso
rilanciare il ruolo del dirigente scolastico probabilmente perché la “Buona
Scuola” non riesce a rendere concreto e moderno l’incarico affidato a migliaia
d'insegnanti.
Canzone del giorno: Compagno di scuola (1975) - Antonello Venditti
Clicca e ascolta: Compagno....