"I docenti sono ormai il nuovo proletariato
sociale. Vengono pagati un quinto o un sesto rispetto ai loro colleghi tedeschi
o del Canton Ticino. E giustamente si oppongono a questa impostazione. Perché
la riforma è sbagliata? Innanzitutto, vuole trasformare i presidi in capetti
dispotici dotati di pieni poteri, ed è l'ultima cosa di cui la scuola ha
bisogno.
Tranne qualche vendetta sgradevole, non cambierà nulla nella sostanza: la macchina della scuola è molto più complicata di quanto possa pensare Renzi, che non la conosce per nulla. Quindi questo progetto serve solo a fingere di riformare qualcosa, in peggio. Servirebbe ben altro, a cominciare da un riequilibrio del bilancio dello Stato a vantaggio della scuola. Ma l'esecutivo ignora il Parlamento e governa da solo: gli equilibri finanziari li stabiliscono tre o quattro persone, prendendo ordini dall'estero".
Luciano Canfora, storico e professore di Filologia classica presso l'Università di Bari (da un'intervista a Luca De Carolis - Il Fatto Quotidiano del 12/5/2015)
Tranne qualche vendetta sgradevole, non cambierà nulla nella sostanza: la macchina della scuola è molto più complicata di quanto possa pensare Renzi, che non la conosce per nulla. Quindi questo progetto serve solo a fingere di riformare qualcosa, in peggio. Servirebbe ben altro, a cominciare da un riequilibrio del bilancio dello Stato a vantaggio della scuola. Ma l'esecutivo ignora il Parlamento e governa da solo: gli equilibri finanziari li stabiliscono tre o quattro persone, prendendo ordini dall'estero".
Luciano Canfora, storico e professore di Filologia classica presso l'Università di Bari (da un'intervista a Luca De Carolis - Il Fatto Quotidiano del 12/5/2015)
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"Perché il preside possa lavorare deve
essere circondato da persone che diano il loro contributo. E sarà valutato da
un comitato che potrà dare un giudizio sul suo operato. Se il giudizio sarà
negativo il preside avrà un cartellino giallo. Se poi ancora i risultati non
saranno positivi ci sarà il cartellino rosso e si dirà al preside di cambiare
mestiere, come è giusto che sia. Non è pensabile che una comunità che costa
tantissimo e che è più numerosa dell'esercito non sia in grado di raggiungere i
propri obiettivi.
Non
è possibile vivere in una cultura permanente del sospetto. E' un sentimento
connaturato in una nazione in cui la corruzione è diffusa ma è anche vero che
chi sbaglia, chi usa clientelismi sarà mandato via e che intorno al preside
esistono numerosi organi con poteri di intervento: il collegio dei docenti, il
consiglio di istituto, ci sono i genitori e alle superiori anche gli studenti
con i loro rappresentanti".
Mario Rusconi, vice-presidente dell'Associazione Nazionale Presidi (da un'intervista a Flavia Amabile - La Stampa del 16/5/2015)
Mario Rusconi, vice-presidente dell'Associazione Nazionale Presidi (da un'intervista a Flavia Amabile - La Stampa del 16/5/2015)
Canzone del giorno: Higher Power (1997) - Boston
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