Tre mesi fa un drone
americano ha ucciso due ostaggi prigionieri del gruppo islamista
al Qaida, lo statunitense Warren Weinstein e il cooperante italiano Giovanni Lo
Porto.
Ieri l’amministrazione di
Barack Obama ha annunciato e dato conto dell’errore. La Cia aveva individuato
come bersaglio da colpire un «importante obiettivo» jihadista ma, come accaduto
anche altre volte, nella palazzina individuata c’erano degli innocenti.
Come scrive oggi, su
Repubblica, Vittorio Zucconi quanto accaduto è la prova
dell’eterna «illusione
della “guerra pulita” e del suo mitico corollario caro ai generali, quella
“azione chirurgica” e asettica che dovrebbe risanare senza uccidere, trafigge
ancora una volta proprio la vita di coloro che le super armi dovrebbero
proteggere. Anche i robot uccidono, perché ubbidiscono agli uomini....la guerra è una porcheria, magari a volte inevitabile, ma sempre una porcheria.
Nell’uccisione di Giovanni Lo Porto e di Warren Weinstein, tenuti come ostaggi umani in un accampamento di Al Qaeda fra l’Afghanistan e il Pakistan, è crollata — e non per la prima volta — un’altra delle leggende che la prima guerra nel deserto del 1991 aveva accreditato. La favola delle Smart Bomb delle bombe intelligenti capaci di colpire sempre e soltanto l’obbiettivo militare voluto».
L’intelligence Usa individua
il bersaglio e, con i suoi sofisticati mezzi tecnologici, fotografa l’area e il
villaggio dove si trovano i terroristi. Gli analisti della Cia, a migliaia di
chilometri di distanza, vagliano gli indizi e, alla fine, decidono di utilizzare
il drone, l’aeromobile senza pilota che, controllato dal computer, attacca la
postazione con missili aria-terra: «Nei primi cinque anni della campagna aerea
condotta da Obama con i robo bomber dal 2009 al 2014, con i droni, almeno 2.500
persone sono state uccise, tra le quale un numero minuscolo di leader o
militanti jihadisti e centinaia di innocenti».
Zucconi conclude il suo editoriale evidenziando il tallone di achille della strategia militare americana: «La guerra dei droni si sta rivelando un formidabile strumento di propaganda e quindi di reclutamento per gli organizzatori del terrorismo islamista.
Per tele ammazzare un “quadro” di Al Qaeda o di Is
se ne generano sicuramente altre decine e neppure la somma algebrica della robo
guerra funziona. Un monito, questo lanciato dalla morte dei due ostaggi, che
dovrebbe dare pausa a coloro che in questi giorni di concitata agitazione
demagogica immaginano stormi di droni armati in pattuglia sopra le coste della
Libia, per fermare la flotta dei barconi e colpire i magnaccia della
disperazione. Lo sappiamo, ormai: farebbero strage di innocenti, perché non è
ancora stato inventato il robot che sappia colpire soltanto i “cattivi” e
risparmiare i “buoni”».Zucconi conclude il suo editoriale evidenziando il tallone di achille della strategia militare americana: «La guerra dei droni si sta rivelando un formidabile strumento di propaganda e quindi di reclutamento per gli organizzatori del terrorismo islamista.
Canzone del giorno: Alone and Easy Target (1995) - Foo Fighters
Clicca e ascolta: Alone....