Corriere Economia, il settimanale allegato al Corriere della Sera del lunedì, dedica un'inchiesta all'industria del calcio italiano, un mondo che oggi, ancora una volta, si ritrova schiacciato fra i rischi di collasso economico e la solita italica propensione di infrangere le regole.
"I dolori del calcio italiano" é il titolo scelto dal giornale e il richiamo ai "Palloni bucati" del sottotitolo fa riferimento a un e-book pubblicato nel 2012 dal giornalista Stefano Righi, nel quale era evidenziato, in modo impietoso, la lenta agonia di un settore incapace di trovare la retta via. Proprio Stefano Righi firma l'articolo principale dell'inchiesta attuale, parlando di calcio italiano praticamente al collasso: "Domenica 22 febbraio la partita di serie A Parma-Udinese non si è giocata perché il Parma non aveva neppure i soldi per pagare gli steward e accendere le luci dello stadio Tardini, mentre i calciatori gialloblù aspettano di essere pagati da 7 mesi e diversi fornitori anche da più tempo. A Parma il calcio è nel caos: dal 7 dicembre sono cambiati sei presidenti e tre proprietari, il debito in sette anni è aumentato del 1.200 per cento e oggi tocca quattro volte il fatturato. Ci sono 16 milioni di tasse non pagate. (...) . Il debito nel 2006 era di 16 milioni di euro, oggi si aggira sui 200. Nessuno, tra Federazione e Lega si è mai accorto di nulla".
Palloni bucati e, quindi, sgonfi a causa di situazioni non più sostenibili. Se anche il nutrimento dei diritti televisivi inizia a sgonfiarsi, per tutte le società di calcio i tempi diventeranno veramente duri.
"Di fallimenti economici è disseminato il passato del calcio italiano. Hanno portato i libri in tribunale l’Avellino e il Pisa, il Venezia e il Treviso, l’Ascoli e il Monza e, più recentemente, il Padova, il Bari e il Siena. Ma erano 72 anni che una partita non veniva giocata a campionato in corso per motivi che non fossero meteorologici. L’ultima volta accadde a Palermo: era il 1943 e sulle spiagge siciliane stavano sbarcando gli alleati anglo-americani… Questa invece è un’altra guerra. Si combatte tra la passione popolare – peraltro in calo – e un’industria fuori equilibrio, dove le uscite sono moltiplicate dal costo del lavoro – gli ingaggi dei calciatori – e le entrate si riducono sempre più attorno all’unica voce in crescita, i diritti televisivi".
Canzone del giorno: Un pallone (2012) - Samuele Bersani
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