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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 16 gennaio 2019

Recessione

«È quasi certo che anche nell’ultimo trimestre del 2018 il Pil sarà negativo e, quindi, saremo ufficialmente in recessione ed è probabile che questo prosegua anche nel primo trimestre di quest’anno. (...) C’è stato un peggioramento più forte del previsto nell’Eurozona. La Francia coi suoi disordini ha certamente inciso, e poi c’è il rallentamento della Germania che sta andando peggio del previsto a causa della Cina e della caduta nella domanda e nella produzione di auto diesel. Il rallentamento delle importazioni cinesi colpisce soprattutto la Germania ma a catena anche l’Italia. E poi si è visto che gli investimenti italiani si sono fermati per l’incertezza politica e le ripercussioni dell’aumento dello spread sul costo del credito. La definizione della manovra con l’Europa ha tappato il buco del 2019 con un inizio rallentato dei nuovi provvedimenti, ma ha aperto un problema molto serio sul 2020-2021. Di sicuro aumenta l’incertezza degli investitori: non lo vediamo ancora sullo spread, ma credo che lo vedremo tra la primavera e l’estate. (...) Il rischio recessione si batte mettendo sotto controllo la spesa. Con l’ultima manovra il governo ha assunto nuovi impegni di spesa, per lo più corrente, che nel 2020 e ’21 superano l’1% del Pil. Anche per effetto della recessione, di fatto nel 2020 rischiamo di azzerare il nostro avanzo primario. Questo significa che il debito pubblico tornerà sicuramente a crescere. Durante il governo Gentiloni l’avanzo primario tendenziale era attorno all’1,5% annuo. In pratica abbiamo dissipato quel margine che avevamo ottenuto anche con le difficili manovre del governo Monti. Per stabilizzare il debito pubblico a ottobre dovremo rifare una manovra di circa 1,5% di Pil, e per riportare il debito su un sentiero stabile di discesa circa il doppio. Fino a quando resterà questa incertezza politica, sul nostro debito pubblico e sugli scenari futuri, non penso che l’economia italiana possa riprendere a crescere in maniera sana e sostenibile».

da un'intervista a Guido Tabellini (economista ed ex-rettore della Bocconi) - Paolo Baroni (la Stampa, 13/1/2019)

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