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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 15 marzo 2015

Domenica


Commento domenicale  di Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport.
Il giornalista parte dall'odierna domenica di campionato, povera di partite pomeridiane (soltanto 3 partite e, sicuramente, non di cartello), per richiamare alla nostra mente le "domeniche di pallone" di tanti anni fa.
L'argomento è tratteggiato con simpatia e un obbligatorio pizzico di sana nostalgia (quanto meno per i non più giovani): "Nessuno oggi lascerebbe sola Rita Pavone. Ricordate il ritornello dell’immortale canzone? «Perché perché la domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita di pallone, perché?». Correva l’anno 1962 e il campionato si «sentiva» alla radio, a «Tutto il calcio minuto per minuto». All’inizio soltanto i secondi tempi e soltanto da quattro campi, col divieto di andare in onda nelle ultime giornate per evitare che l’andamento dei risultati potesse influenzare certe gare. Altro mondo. La domenica calcistica così come l’ha conosciuta chi ha più di quarant’anni - tutte le partite nel pomeriggio del giorno di festa - non esiste più da tempo. L’hanno spalmata sul week- end lungo, lunedì incluso".
Le logiche commerciali televisive contemporanee rendono obbligatorio lo «spezzatino». Ogni abbonato alle tv deve poter assistere a più partite e,quindi, addio domenica pomeriggio pallonara: "La domenica pomeriggio del pallone che non c’è più è una cosa che preme a chi ha radici nel secolo scorso, nel Novecento. I ventenni non capiscono bene neppure di che cosa stiamo parlando. Chi è nato nei primi anni Novanta è cresciuto con anticipi e posticipi, e oggi digerisce pure i «lunch match», all’ora di pranzo. La nostalgia dei dischi in vinile, 45 e 33 giri, strugge il cuore, ma nel 2015 «La partita di pallone» si scarica da Internet. E se uno ha il tablet, il campionato se lo vede ovunque o quasi (dipende dalla connessione), e questo è un punto di contatto col passato, anche nel ‘62 le partite si «sentivano» dappertutto.
L’immagine dell’italiano col transistor alle orecchie appartiene alla memoria collettiva".


Canzone del giorno: Di domenica (2014) - Subsonica
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