Sacco di
Roma. Cupola romana. Capitale depravata. Corruzione imperante. Una holding del
crimine tra mafia e politica. Il comune a rischio di scioglimento.
Una vera e
propria piovra in dialetto romanesco.
Nei giorni
scorsi, con l’imputazione di associazione mafiosa, a Roma sono state arrestate
37 persone e risultano un centinaio gli indagati a piede libero.
Il quadro
delineato dal Procuratore generale Giuseppe Pignatone è veramente inquietante: «Con questa operazione abbiamo risposto alla domanda se
la mafia a Roma c’è. Nella capitale non controlla la città un’unica
organizzazione mafiosa, ma diverse. Oggi abbiamo individuato quella che abbiamo
chiamato “Mafia Capitale”, romana e originale, senza legami con altre
organizzazioni meridionali, di cui però usa il metodo. Nello specifico alcuni
uomini vicini all’ex sindaco Alemanno sono componenti a pieno titolo dell’organizzazione
mafiosa e protagonisti di episodi di corruzione».
Retroscena
raccapriccianti. Appalti e assunzioni pilotati. In manette i vertici dell’azienda
rifiuti. Emergenza immigrati come manna per un arricchimento immorale. Immane dispersione
di soldi pubblici. Un mix di vergogna e schifo. Arresti e perquisizioni.
Convinti di non essere intercettati i
nefasti protagonisti chiariscono l’andazzo. Al telefono Salvatore Buzzi, numero
uno della cooperativa «29 giugno» e braccio imprenditoriale dell’organizzazione
guidata dall’ex terrorista nero Massimo Carminati è esplicito: «Tu c’hai idea
quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno».
Canzone del giorno: The Thing That Should Not Be (1986) - Metallica
Clicca e ascolta: The Thing....