La frase
è lapidaria. Il concetto sembrerebbe espresso in maniera chiara.
Eppure il
consiglio è di stare il più possibile alla larga dagli individui che,
all'interno di una discussione (qualunque essa sia!), decidono di esternare la
frase magica sui "principi" (che di magico non ha proprio nulla!).
Al
contrario, sarebbe necessario che un legislatore, un Papa, un illusionista, un businessman
(o una businesswoman) riuscisse a imporre al mondo intero, il divieto assoluto
di tal enunciazione (sia in luogo
pubblico che privato).
Un
Governo che si rispetti dovrebbe fare di tutto per portare avanti iniziative
per contrastare il propagarsi dell'infezione.
Un
Parlamento serio (eletto o meno con il sistema delle preferenze) potrebbe
emanare, in un battibaleno, una legge sintetica ed efficace, magari di un solo
articolo, più o meno del seguente tenore: "È fatto divieto assoluto in
ogni luogo (stanze da letto e luoghi sacri compresi) di utilizzare durante ogni
sorta di colloquio e discussione la seguente frase (o frasi similari): "La
mia é una questione di principio".
L’inosservanza
della norma dovrebbe comportare per il soggetto la reclusione da tre mesi a
diciotto mesi.
Se proprio
non lo si deve arrestare, che almeno lo si punisca con un’ammenda a partire da
(almeno) 10.000 euro.
In nome
di assurde “questioni di principio” si mettono in campo rigidità e quisquilie
che nulla hanno a che fare con i valori di uno spirito libero.
Il
moralizzatore di turno tira in ballo “le questioni di principio” non
accorgendosi della trave piantata nel suo occhio. Il medico spocchioso o
l’avvocato superbo, mette in campo fantasmagorici “principi” e dimentica la
medaglia vinta come evasore fiscale. In certi casi ci si può anche imbattere in
artigiani e babysitter virtuosi in tema di “questioni di principio” ma privi di
professionalità e senso del dovere. Per non parlare poi di carrieristi e
nullafacenti, campioni nell’arte di attenersi a “sani” princìpi.
Contro ogni
rigidità di pensiero, contro i dogmi che impediscono di agire, contro ogni
ipocrisia dialettica, è indispensabile che qualcuno sbatta in galera il
paladino di turno o quanto meno lo condanni a sganciare i danee (come direbbero i milanesi).
D’altronde,
come diceva il grande Groucho Marx, “Questi sono i miei principi, e se non vi
piacciono ne ho degli altri”.