I
versi amichevoli di Roberto Benigni, le intense parole del conterraneo Erri De
Luca, i ricordi di chi l’ha conosciuto in scena o nella vita privata.
A vent'anni dalla sua scomparsa in tanti ricordano Massimo Troisi e la sua tipica capacità espressiva con la quale riusciva a unire ruoli comici a quelli più riflessivi. Forte napolanità ma in una versione del tutto nuova perché contraddistinta da un'ironia che coniugava la tenerezza e la simpatia dell'anti-eroe con la grinta e il coraggio di chi guarda con concretezza la realtà.
Un grande attore di spiccata genialità.
Come ha scritto su Il Foglio, qualche anno fa, Matteo Marchesini: "Troisi ha reso comica la puntigliosità, la chiosa che spacca il capello in quattro. È napoletanissimo, coi suoi tempi comici perfetti, eppure dentro questi tempi infila tutto ciò che, in modo assai poco napoletano, inceppa l’eloquenza e impedisce l’icasticità dell’espressione.
Anche le sue battute più famose sono un’ingegnosa difesa della più comune e tenera quotidianità. Quando Arena lo mette davanti alla scelta tra il giorno da leone e i cento da pecora, Troisi chiede se non sia possibile passarne cinquanta da orsacchiotto, così non si fa “‘a figur’ ‘e merd’ daa pecora, e nemmeno ‘o leone ca però campa nu jorn’”. Era, questa dell’orsacchiotto, la sua vocazione. E avremmo voluto che i suoi cinquanta giorni durassero molto più dei quarant’anni a cui il cuore lo ha fermato".
Per l'amico Pino Daniele aveva scritto il testo di "O ssaje comme fa ‘o core", una canzone sull'amore e su come il cuore, in certe situazioni, non senta ragioni dirigendosi verso innamoramenti impossibili: “A me, a me 'o ssaje comme fa 'o core… a me, a me quann' s'è annamurato. Je no, je no 'o ssaje comme fa 'o core… je no, je no quann s'è sbagliato”.
Semplicemente mitico.
A vent'anni dalla sua scomparsa in tanti ricordano Massimo Troisi e la sua tipica capacità espressiva con la quale riusciva a unire ruoli comici a quelli più riflessivi. Forte napolanità ma in una versione del tutto nuova perché contraddistinta da un'ironia che coniugava la tenerezza e la simpatia dell'anti-eroe con la grinta e il coraggio di chi guarda con concretezza la realtà.
Un grande attore di spiccata genialità.
Come ha scritto su Il Foglio, qualche anno fa, Matteo Marchesini: "Troisi ha reso comica la puntigliosità, la chiosa che spacca il capello in quattro. È napoletanissimo, coi suoi tempi comici perfetti, eppure dentro questi tempi infila tutto ciò che, in modo assai poco napoletano, inceppa l’eloquenza e impedisce l’icasticità dell’espressione.
Anche le sue battute più famose sono un’ingegnosa difesa della più comune e tenera quotidianità. Quando Arena lo mette davanti alla scelta tra il giorno da leone e i cento da pecora, Troisi chiede se non sia possibile passarne cinquanta da orsacchiotto, così non si fa “‘a figur’ ‘e merd’ daa pecora, e nemmeno ‘o leone ca però campa nu jorn’”. Era, questa dell’orsacchiotto, la sua vocazione. E avremmo voluto che i suoi cinquanta giorni durassero molto più dei quarant’anni a cui il cuore lo ha fermato".
Per l'amico Pino Daniele aveva scritto il testo di "O ssaje comme fa ‘o core", una canzone sull'amore e su come il cuore, in certe situazioni, non senta ragioni dirigendosi verso innamoramenti impossibili: “A me, a me 'o ssaje comme fa 'o core… a me, a me quann' s'è annamurato. Je no, je no 'o ssaje comme fa 'o core… je no, je no quann s'è sbagliato”.
Semplicemente mitico.
Canzone del giorno: 'O ssaje comme fa 'o core (1991) - Pino Daniele
Clicca e ascolta: 'O ssaje....