“Così nel mondo si combattono le tangenti".
Titolo "pedagogicamente" impegnativo quello scelto dal quotidiano La Stampa per presentare l'editoriale di Federico Varese sulla corruzione legata all'Expo di Milano.
Lo studioso ferrarese, ordinario di Criminologia a Oxford, parte bocciando il "vizio tutto italiano di credere che basti approvare l’ennesima legge per far scomparire il problema", poiché "introdurre nuove e complicate fattispecie nel codice penale è la strategia usata dalla classe politica per autoassolversi e non intacca il sistema delle tangenti".
Subito dopo indica i principali rimedi adottati dagli stati più virtuosi sul fronte della lotta alla corruzione.
In alcuni stati, ad esempio, è consentito "ai cittadini di "operare come «vedette civiche» al servizio del bene collettivo. Gli Stati Uniti hanno una legislazione molto avanzata sul ruolo del whistleblower, quel dipendente pubblico che denuncia illegalità nell’amministrazione dove lavora. E’ cruciale promuovere questo tipo di denunce e difendere chi le fa dall’accusa di essere una spia oppure un invidioso. Questi cittadini, al contrario, svolgono un servizio pubblico, anche se i loro motivi iniziali possono essere poco nobili. Un altro modo di combattere la corruzione dal basso è promuovere la discussione del fenomeno. Siti come 'Ho pagato una tangente' (https://www.ipaidabribe.com/) stanno avendo un grande successo. Tale piattaforma è stata introdotta dapprima in India e permette ai cittadini di raccontare, facendo o meno i nomi, i loro incontri quotidiani con la corruzione".
L’editorialista, nel concludere il suo scritto individuando come ingredienti necessari ad una sana moralizzazione “uno sforzo collettivo e non credere alla bacchetta magica”, espone un’altra interessante riforma della pubblica amministrazione e cioè “introdurre un sistema di rotazione e di estrazione a sorte dei funzionari assegnati a certi settori. Il corruttore istituisce rapporti di lungo periodo con il corrotto. Non stupisce se anche nello scandalo dell’Expo incontriamo sempre gli stessi signori, già all’onore delle cronache negli Anni Novanta. Questi individui dispongono di un capitale di rapporti sociali costruito negli anni e di grande valore. E’ necessario rompere il sodalizio tra di loro e i funzionari statali introducendo degli elementi di incertezza, attraverso l’estrazione a sorte di coloro cui viene affidato un incarico pubblico. I nomi dei prescelti potrebbero benissimo essere pescati da una lista idonei, scelti sulla base delle loro competenze da una commissione indipendente”.
Titolo "pedagogicamente" impegnativo quello scelto dal quotidiano La Stampa per presentare l'editoriale di Federico Varese sulla corruzione legata all'Expo di Milano.
Lo studioso ferrarese, ordinario di Criminologia a Oxford, parte bocciando il "vizio tutto italiano di credere che basti approvare l’ennesima legge per far scomparire il problema", poiché "introdurre nuove e complicate fattispecie nel codice penale è la strategia usata dalla classe politica per autoassolversi e non intacca il sistema delle tangenti".
Subito dopo indica i principali rimedi adottati dagli stati più virtuosi sul fronte della lotta alla corruzione.
In alcuni stati, ad esempio, è consentito "ai cittadini di "operare come «vedette civiche» al servizio del bene collettivo. Gli Stati Uniti hanno una legislazione molto avanzata sul ruolo del whistleblower, quel dipendente pubblico che denuncia illegalità nell’amministrazione dove lavora. E’ cruciale promuovere questo tipo di denunce e difendere chi le fa dall’accusa di essere una spia oppure un invidioso. Questi cittadini, al contrario, svolgono un servizio pubblico, anche se i loro motivi iniziali possono essere poco nobili. Un altro modo di combattere la corruzione dal basso è promuovere la discussione del fenomeno. Siti come 'Ho pagato una tangente' (https://www.ipaidabribe.com/) stanno avendo un grande successo. Tale piattaforma è stata introdotta dapprima in India e permette ai cittadini di raccontare, facendo o meno i nomi, i loro incontri quotidiani con la corruzione".
L’editorialista, nel concludere il suo scritto individuando come ingredienti necessari ad una sana moralizzazione “uno sforzo collettivo e non credere alla bacchetta magica”, espone un’altra interessante riforma della pubblica amministrazione e cioè “introdurre un sistema di rotazione e di estrazione a sorte dei funzionari assegnati a certi settori. Il corruttore istituisce rapporti di lungo periodo con il corrotto. Non stupisce se anche nello scandalo dell’Expo incontriamo sempre gli stessi signori, già all’onore delle cronache negli Anni Novanta. Questi individui dispongono di un capitale di rapporti sociali costruito negli anni e di grande valore. E’ necessario rompere il sodalizio tra di loro e i funzionari statali introducendo degli elementi di incertezza, attraverso l’estrazione a sorte di coloro cui viene affidato un incarico pubblico. I nomi dei prescelti potrebbero benissimo essere pescati da una lista idonei, scelti sulla base delle loro competenze da una commissione indipendente”.
Canzone del giorno: World So Corrupt (1993) - Ziggy Marley
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Così nel mondo si combattono
La Stampa
17/05/2014
FEDERICO VARESE
Così nel mondo si combattono
le tangenti
Lo scandalo delle mazzette all'Expo di Milano ha riacceso il dibattito sulla lotta alla corruzione nella pubblica amministrazione.
Come c'era da aspettarsi, le proposte sul tavolo sono caratterizzate dal vizio tutto italiano di credere che basti approvare l'ennesima legge per far scomparire il problema.
Purtroppo la bacchetta magica, saldamente nelle mani della fata dai capelli turchini, esiste solo nell'immaginazione di Carlo Collodi e nelle pagine del suo capolavoro, Pinocchio. Introdurre nuove e complicate fattispecie nel codice penale è la strategia usata dalla classe politica per autoassolversi e non intacca il sistema delle tangenti.
Quali sono dunque le ricette che hanno ridotto, anche se mai eliminato del tutto, la corruzione negli stati che occupano i primi posti della classifica di Transparency International?
Innanzi tutto la corruzione si può combattere partendo dal basso, dando gli strumenti ai cittadini per operare come «vedette civiche» al servizio del bene collettivo.
Come c'era da aspettarsi, le proposte sul tavolo sono caratterizzate dal vizio tutto italiano di credere che basti approvare l'ennesima legge per far scomparire il problema.
Purtroppo la bacchetta magica, saldamente nelle mani della fata dai capelli turchini, esiste solo nell'immaginazione di Carlo Collodi e nelle pagine del suo capolavoro, Pinocchio. Introdurre nuove e complicate fattispecie nel codice penale è la strategia usata dalla classe politica per autoassolversi e non intacca il sistema delle tangenti.
Quali sono dunque le ricette che hanno ridotto, anche se mai eliminato del tutto, la corruzione negli stati che occupano i primi posti della classifica di Transparency International?
Innanzi tutto la corruzione si può combattere partendo dal basso, dando gli strumenti ai cittadini per operare come «vedette civiche» al servizio del bene collettivo.
Gli Stati Uniti hanno una legislazione molto avanzata sul ruolo del whistleblower, quel dipendente pubblico che denuncia illegalità nell'amministrazione dove lavora. E' cruciale promuovere questo tipo di denunce e difendere chi le fa dall'accusa di essere una spia oppure un invidioso. Questi cittadini, al contrario, svolgono un servizio pubblico, anche se i loro motivi iniziali possono essere poco nobili. Un altro modo di combattere la corruzione dal basso è promuovere la discussione del fenomeno. Siti come Ho pagato una tangente (https://www.ipaidabribe.com/) stanno avendo un grande successo. Tale piattaforma è stata introdotta dapprima in India e permette ai cittadini di raccontare, facendo o meno i nomi, i loro incontri quotidiani con la corruzione. In Italia, bisognerebbe imparare dalla lotta alla mafia e applicare alla corruzione il principio di AddioPizzo, l'associazione di imprenditori siciliani i quali si rifiutano di pagare il pizzo. Questi movimenti hanno bisogno di leader carismatici e tempo per crescere, ma possono avere un effetto rivoluzionario. Nel Regno Unito, ad esempio, esiste un'iniziativa simile, tra aziende nel settore delle costruzioni. Questi imprenditori hanno creato anche un forum anti-tangenti, che permette loro di scambiarsi informazioni preziose su funzionari corrotti (un'iniziativa simile esiste anche nel settore del trasporto navale).
Dare potere ai cittadini va di pari passo ad uno sforzo della politica. I Paesi più onesti hanno un numero di leggi e regolamenti molto inferiore del nostro. Ad esempio, nel 2003, il Parlamento italiano ha approvato 173 leggi, mentre il Regno Unito 50, la Spagna 82 e la Germania 85, nazioni che hanno livelli di corruzione inferiori al nostro. Vi è una relazione statisticamente significativa tra quantità di leggi e regolamenti, e corruzione. Un funzionario pubblico ha più potere discrezionale quando la legislazione è fuori controllo. La ricetta è semplificare le regole. Un'altra misura utile consiste nell'introdurre forme di competizione tra uffici pubblici: quando è possibile ottenere licenze, passaporti e altri titoli in uffici diversi dal proprio comune di residenza si riduce il potere discrezionale dei funzionari.
Vi è un'altra riforma della pubblica amministrazione che avrebbe un effetto rivoluzionario: introdurre un sistema di rotazione e di estrazione a sorte dei funzionari assegnati a certi settori. Il corruttore istituisce rapporti di lungo periodo con il corrotto. Non stupisce se anche nello scandalo dell'Expo incontriamo sempre gli stessi signori, già all'onore delle cronache negli Anni Novanta. Questi individui dispongono di un capitale di rapporti sociali costruito negli anni e di grande valore. E' necessario rompere il sodalizio tra di loro e i funzionari statali introducendo degli elementi di incertezza, attraverso l'estrazione a sorte di coloro cui viene affidato un incarico pubblico. I nomi dei prescelti potrebbero benissimo essere pescati da una lista idonei, scelti sulla base delle loro competenze da una commissione indipendente.
Chi legge le cronache in questi giorni rischia di farsi prendere dallo sconforto. Al contrario, non bisogna cedere al pessimismo cosmico. L'Italia dispone di una magistratura indipendente, di una società civile attenta, e di molte persone oneste. Alcune riforme mirate potrebbero avere effetti rivoluzionari in poco tempo. Diversi Paesi sono passati da un equilibrio della mazzetta ad uno di relativa onestà in pochi anni. Per fare questo miracolo servono però due ingredienti: uno sforzo collettivo, e non credere alla bacchetta magica. Quella esiste solo nel mondo di Pinocchio, il burattino che diceva le bugie.