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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 26 gennaio 2014

Giù

I dolori della crescita (“Growing pains”) li definisce L’Economist e, nei giorni scorsi, ha pubblicato un grafico che mostra la variazione del reddito pro-capite negli ultimi 15 anni (ossia da quando l’euro ha fatto il suo debutto sui mercati finanziari) nei paesi dell’eurozona, negli Stati Uniti e nel Giappone.
I dati sono del Fondo Monetario Internazionale ed evidenziano come la quantità di PIL posseduta in media dai cittadini di uno Stato, è cresciuta ovunque, anche in paesi come Grecia e Portogallo.
Il reddito pro-capite, quindi, è aumentato poco o molto, ovunque e, naturalmente, più di tutti in Germania che, secondo L’Economist, «è stata fra i più grandi beneficiari» del progetto monetario europeo».
Il benessere della popolazione tedesca (il prodotto interno lordo per persona) «è aumentato di oltre il 20% dal 1999».
Provate a guardare il grafico e non c’è bisogno di provare a indovinare qual è l’unico paese dove, in 15 anni, il reddito pro-capite non è cresciuto ma, al contrario, si è ridotto del 3%!


Canzone del giorno:  Down, Down, Down (1983) - Tom Waits
Clicca e ascolta: Down....